“Montepulciano d’Abruzzo: i doni della semplicità”. Il New York Times fa oggi l’elogio del rosso italiano come “perfetto esempio” di “un buon, semplice vino da ogni giorno”.
“I buoni, semplici vini da tutti i giorni, del tipo che possono essere aperti senza cerimonie o permessi speciali, hanno un posto speciale nel mio cuore. Sono le bottiglie più care per gli amanti di vini”, scrive l’enologo del quotidiano Eric Asimov nella rubrica ‘Wine School’. Asimov ricorda che a lungo in passato il Montepulciano d’Abruzzo non aveva goduto di questa buona reputazione. “Negli anni Ottanta, quando cominciai ad occuparmi di vini, il Montepulciano non ispirava particolarmente: era pesante e poco interessante o, verso la fine del secolo, quercioso e dolciastro. Più di recente però un numero crescente di piccoli e seri produttori sono apparsi sulla scena e la qualità è diventata sempre migliore”. L’enologo ha raccomandato tre etichette: Cirelli Montepulciano d’Abruzzo 2019, Tiberio Montepulciano d’Abruzzo 2017 e De Fermo Montepulciano d’Abruzzo Concrete 2018. “Bottiglie eccellenti fatte da produttori che lavorano semplicemente e senza artificio. Mostrano tutti il lato promettente del vitigno e del luogo”.