I Carabinieri di Montesilvano hanno portato a termine una complessa attività di indagine che ha permesso l’arresto di 5 persone, la denuncia in stato di libertà di altre 20 ed il sequestro di beni per un valore di diverse centinaia di migliaia di euro provento di illecita attività. Gli indagati sono ritenuti responsabili a vario titolo della commissione dei reati di associazione per delinquere, estorsione, intestazione fittizia di beni, riciclaggio, truffa, appropriazione indebita, ricettazione, danneggiamento e porto e detenzione abusiva di armi.
L’attività di indagine, diretta dalla Procura della Repubblica di Pescara, ha permesso di trarre in arresto anche i mandanti e gli esecutori materiali degli attentati dinamitardi avvenuti a Città Sant’Angelo tra il 2018 ed il 2020. L’attività investigativa trae origine da fatti accaduti ai danni di un imprenditore che, a partire dall’agosto 2018, ha subito una serie di gravi minacce seguite dall’incendio di un autocarro, l’esplosione di colpi d’arma da fuoco contro la propria autovettura nonché l’esplosione di un ordigno rudimentale sotto l’abitazione gravemente danneggiata. Intervenuti sul posto i Carabinieri hanno acquisito le immagini di un sistema di videosorveglianza accertando che un uomo, dopo aver parcheggiato la propria autovettura nei pressi dell’abitazione della vittima, collocava l’ordigno e si dava alla fuga. Identificato l’autore in un pregiudicato di origine pugliese, la successiva attività investigativa ha permesso di accertare l’esistenza di un sodalizio criminoso, tra Pescara e Montesilvano, facente capo al pregiudicato pugliese e ad un cittadino albanese. Attraverso attività commerciali con le quali “riciclare” gli illeciti proventi delle attività delittuose i due gestivano gli affari sporchi. Una volta acquisite, le attività commerciali venivano date in gestione a prestanome, grazie ai quali l’organizzazione ha portato a compimento 70 truffe a carico di imprenditori del pescarese, del teramano, delle Marche, dell’Umbria, dell’Emilia Romagna e della Lombardia, per un giro di affari di circa un milione di euro. L’organizzazione accantonava gran parte della merce provento dell’illecita attività, consistente in beni commerciali, autovetture di grossa cilindrata e merci di vario genere, in un capannone in provincia di Teramo per la successiva redistribuzione e commercializzazione in esercizi commerciali pescaresi, molti dei quali gestiti da associati, o all’estero ed in particolare in Albania (come nel caso delle autovetture). Gli ulteriori sviluppi investigativi, hanno permesso di identificare tutti i componenti del sodalizio che in alcuni casi avevano messo organizzato anche altri giri di “affari”.
Gli elementi indiziari gravi e numerosi, raccolti nel corso delle complesse indagini effettuate, hanno inoltre accertato la disponibilità del gruppo di armi e munizioni, sequestrate dai Carabinieri nel dicembre 2018 a Cerignola.