Taglio indiscriminato e “a raso” di decine di alberi in un Sito di interesse comunitario, strafalcioni nella relativa documentazione, ulteriore progetto di tagli ancora più impattanti in un habitat forestale tutelato a livello europeo.
Arriva dalla Stazione ornitologica abruzzese l’esposto alla Procura di Teramo: in più una lettera inviata a Regione e Ministero dell’Ambiente circa due interventi di taglio boschivo, di cui uno già portato a termine, nel Sito di interesse comunitario del fiume Vomano a Montorio (Teramo) a opera dello stesso Comune, che nei giorni scorsi avrebbe tagliato decine di alberi con un intervento di circa 61mila euro per le casse
pubbliche, apparentemente senza l’obbligatoria valutazione di incidenza ambientale. Obiettivo della lettera è di fermare e rivalutare il secondo progetto ancora più invasivo.
“La Regione Abruzzo continua pervicacemente e con grande sprezzo del ridicolo visti anche i precedenti, a delegare i comuni per le delicatissime procedure di valutazione di incidenza ambientale – dichiara Augusto De Sanctis, consigliere della Stazione ornitologica abruzzese – Una legge regionale prevede che la regione si riprenda la materia ma solo dopo l’adeguamento del personale degli uffici regionali, che non è avvenuto. I risultati pietosi sono sotto gli occhi di tutti, con studi di incidenza pieni di errori valutati in maniera superficiale da funzionari comunali che spessissimo non hanno alcuna conoscenza di aquile reali, camosci, orsi e piante”.
“Le città sono un insieme di tante cose: di memoria, di desideri, di segni d’un linguaggio; le città sono luoghi di scambio, come spiegano tutti i libri di storia dell’economia, ma questi scambi non sono soltanto scambi di merci, sono scambi di parole, di desideri, di ricordi” lo scrive Italo Calvino con Le città invisibili, e le facciamo nostre queste parole, perché quello che sta accadendo a Montorio è la metamorfosi di un’identità comune voluta da un uomo solo al comando – scrivono in una nota i Consiglieri di “Montorio guarda avanti” Eleonora Magno e Andrea Guizzetti – Una deriva egocentrica in nome del progresso che ostenta senza imbarazzi scelte non condivise con i cittadini; scelte che non solo stanno devastando un ecosistema naturale patrimonio di tutti, ma generano opere che forse non saranno neanche sostenibili in futuro. La devastazione totale del lungofiume per un’opera che poteva essere realizzata preservando un habitat formato da flora e fauna protetta e di valore inestimabile non poteva lasciarci indifferenti. Noi siamo per la realizzazione delle opere, ma rispettando l’ambiente che ci circonda, la memoria storica, le abitudini, l’identità. Abbiamo chiesto pertanto alle autorità competenti di fare chiarezza su quanto è stato fatto e su quanto ancora si farà. Esprimiamo la posizione di tanti cittadini che chiedono di avere maggiore rispetto per l’ambiente, sostenuti da diverse associazioni che si stanno impegnando direttamente sulla vicenda. Perché questa non è una sfida politica o amministrativa, ma è una questione di civiltà.”