Morte Alina Cozac: i campanelli d’allarme non ascoltati e i dubbi della difesa sui soccorsi

Ennesima udienza questa mattina in Corte d’Assise a Chieti sulla morte di Alina Cozac, la 40enne rumena deceduta lo scorso gennaio nel suo letto a Spoltore e sulla cui vicenda pesa l’ipotesi di omicidio per l’unico imputato, il compagno Mirko De Martinis.

Una lunga mattinata in Corte d’Assise a Chieti nel processo per il presunto omicidio di Alina Cozac, la 40enne rumena deceduta sul suo letto il 22 gennaio scorso a Spoltore, segnata dai racconti di diversi testi della Procura, rappresentata dal Procuratore Aggiunto di Pescara Anna Rita Mantini, ma anche di qualche punto a favore della difesa. Dopo la testimonianza di un consulente tecnico sui messaggi cancellati e poi recuperati sul telefono della vittima, è stata la volta di Cinzia Bosco, migliore amica di Alina, che ha confermato la sua volontà di lasciare il compagno e trasferirsi da lei a Teramo. Momenti drammatici in cui la Bosco si commuove nel ricordare come ha saputo della morte della sua amica, ha riferito anche un particolare su una lunga telefonata ricevuta dalla sorella dell’imputato, come se volesse convincerla a tutti i costi che Alina fosse morta per cause naturali. La Bosco ha parlato anche dei problemi nella coppia, di presunte violenze psicologiche e di campanelli d’allarme su un rapporto tra i due sempre più deteriorato. Particolari confermati anche da un altro teste, Carlo Bellante, amico della coppia e dalla ex moglie di De Martinis, Valentina De Santis, in particolare sulle violenze psicologiche  da lei subite, prima della separazione, e di una serie di presunti vaneggiamenti dell’imputato, dopo la morte di Alina, riguardo alla presenza di  entità maligne alla base della tragedia.

“Questa mattina abbiamo ricevuto un quadro certamente esaustivo sul difficile rapporto tra il De Martinis e Alina – ha dichiarato Alessandra Lepri avvocato della sorella della vittima Magda – campanelli d’allarme che non sono stati colti dal gruppo di persone e amici che ruotavano intorno ai due protagonisti di questa tragedia. In attesa di appurare con certezza le responsabilità dell’imputato, credo che quanto emerso questa mattina fornisca sprazzi di luci importanti sulla verità dei fatti.”

Tra i testi d’accusa un pò a sorpresa la deposizione di Gisella “Gioelle” Pascale, amica dei due e loro  counselor  psicologica, secondo la quale i problemi tra i due erano solo legati a questioni economiche e che per questo aveva consigliato loro di vivere separati per un periodo per riconquistare una propria indipendenza, ma in sostanza, ha anche detto, che i due si volevano molto bene. Un punto inaspettato, dunque, a favore della difesa che ha anche evitato, in chiusura di udienza, di incalzare gli operatori del 118, chiamati a deporre, e sulla cui attività si è soffermata la consulenza di parte come spiega lo stesso legale di De Martinis Michele Vaira:

 

“Non ho ritenuto opportuno incalzare gli operatori del 118 che hanno effettuato i soccorsi per rispetto alla loro buona fede – precisa Vaira – resta però evidente che, in base alle nostre consulenze, la pratica di Intubazione Oro Tracheale, se applicata in modo errato, può causare seri danni, ma avremo modo di spiegare nel dettaglio questo aspetto.”

Prossimo udienza il 28 gennaio con gli ultimi testi della Pubblica Accusa, mentre la Difesa ha annunciato di voler rinunciare a tutti i testi in lista, tranne la sorella di De Martinis Monica e i consulenti di parte.

Il servizio del Tg8