Movida a Pescara: il Tar accoglie ricorso esercenti

Stop dal Tribunale Amministrativo Regionale alla cosiddetta “Ordinanza Cenerentola” del Comune di Pescara che obbligava i locali a ritirare tutti i tavolini all’aperto entro la mezzanotte.

 

Lo rende noto un comunicato di Confartigianato Pescara, nel quale si legge:

 Il Tar di Pescara ha accolto infatti la richiesta di sospensiva proposta dai commercianti di piazza Muzii contro le disposizioni con cui il Comune, con una prima applicazione del piano antirumore, disponeva sperimentalmente i nuovi orari per i locali. Un provvedimento della durata di tre mesi che imponeva di ritirare entro la mezzanotte tutti ì tavolini, vietando anche l’asporto, ferma restando la possibilità di continuare la somministrazione all’interno. “Una mazzata per tutte quelle persone che, credendo nello sviluppo della città, hanno investito con fiducia nell’economia del food & beverage e che da anni si confrontano con una serie di provvedimenti illogici – sottolinea il direttore di Confartigianato Pescara, Fabrizio Vianale – Stabilire un tempo di sperimentazione che comprendeva l’intero periodo natalizio è stata veramente una pessima scelta, anche per l’economia della città”. La decisione dei giudici è fondata su una questione di metodo, quella sottolineata nel ricorso per motivi aggiunti presentato per conto degli esercenti dall’avvocato Andrea Lucchi. In sostanza, prima di assumere qualsiasi determinazione, l’amministrazione avrebbe dovuto chiedere all’Arta una nuova batteria di rilievi fonometrici che fotografassero la situazione attuale. Gli ultimi infatti risalgono al 2023. “La nuova attività di monitoraggio dei livelli di emissione delle sorgenti acustiche ad opera del tecnico incaricato è stata eseguita nell’arco temporale compreso tra il 31 ottobre ed il 26 novembre 2024 e, quindi, in epoca successiva all’adozione della gravata Deliberazione della Giunta Comunale n. 859 che reca la data del 29.10.2024, delineandosi in tal modo una singolare inversione dell’ordine procedimentale, in violazione della regola secondo cui la fase centrale del procedimento amministrativo è data dall’istruttoria, volta ad accertare la presenza dei presupposti e requisiti di legge, che deve necessariamente precedere, sotto il profilo diacronico, la fase decisoria rispetto alla quale rappresenta una conseguenza logica”, scrivono i giudici nella motivazione di accoglimento.

“È quello che abbiamo sempre sostenuto – afferma ancora Vianale – e la magistratura ha riconosciuto i principi della nostra battaglia. Oggi in piazza Muzii la situazione è profondamente mutata ed è su questa nuova condizione che l’amministrazione può disporre eventuali provvedimenti. Non su dati vecchi di un anno e mezzo, che peraltro già riportavano un miglioramento nei livelli di rumore. Ora al Tar dovranno essere proposti i nuovi rilievi che l’Arta effettuerà in un arco di tempo prestabilito. La magistratura ha ristabilito un giusto percorso: speriamo che questo periodo sia utile per instaurare quel tavolo di confronto e mediazione con i residenti che porti finalmente a stabilire regole certe di convivenza per tutti”. Rinvio al 18 aprile 2025 per la trattazione nel merito sia del ricorso principale, quello contro il piano anti rumore, che dei motivi aggiunti.

“C’era e c’è bisogno nonostante le sentenze, di maggior dialogo, di concertazione, ma soprattutto c’era bisogno di nuove misurazioni, nonché di provare a mitigare i decibel con accorgimenti che gli esercenti della movida pescarese si erano detti disponibili a installare(vedi pannelli fonoassorbenti o similari) a proprie spese, e nel giro di pochi giorni – scrive in una nota il Consigliere Comunale della Lista “Pettinari Sindaco” Massimiliano Di Pillo –  Nell’ordinanza sindacale, che imponeva ai proprietari di ritirare i tavoli in orari improponibili, si era obiettata la semplicissima datazione delle misurazioni acustiche, troppo vetuste nel tempo e oggettivamente impossibili da paragonare con l’attuale condizione, viste le già restrittive condizioni(per motivi di sicurezza) di posizionamento dei tavoli fuori dai locali. L’arroganza di questa amministrazione, come il girarsi dall’altra parte delle amministrazioni precedenti, ha fatto sì che ad oggi una sentenza di primo grado pesantissima ai danni del Comune di Pescara(e quindi dei cittadini), obbligasse sotto la spinta emotiva del Sindaco e della giunta, ad emanare un’ordinanza sindacale con condizione e costrizioni a dir poco draconiane. L’obbligo da parte dei proprietari dei locali a difendersi per vie legali, ha prodotto la condizione attuale, e cioè una sospensiva del TAR che interrompe fino ad aprile del 2025 quell’ordinanza “coprifuoco”, ordinanza capace di far indignare anche i fruitori degli stessi frequentatissimi locali. Riproponiamo  – conclude Di Pillo – e sottolineano la necessità di attuare condizioni che permettano la diminuzione del rumore, capace forse di sopire anche questa inutile e sterile polemica, rendendo la convivenza con i residenti di quel quartiere finalmente serena e scevra da condizionamenti legali, salatissimi per l’amministrazione pescarese e quindi per i contribuenti del Comune di Pescara. “