Germano D’Aurelio, in arte Nduccio, questa mattina ha presentato i suoi vini al Caffè letterario, in via della Caserme, a Pescara. Un tuffo nella genuinità della produzione biodinamica come ha spiegato l’enologo Camillo Zulli
«Da molti anni, noi, nelle nostre fermentazioni più grandi non usiamo lieviti. Facciamo fermentare in modo spontaneo. Germano ha ritrovato nel nostro vino la qualità che ricordava nel periodo della sua infanzia accanto a suo padre. Per questo ci ha scelto. La biodinamica è un metodo vecchio cento anni che fondamentalmente consiste nel non aggiungere nulla ma nel recuperare tutto, come si fa con il letame».
«Presentare questo vino “Sotte a la capanne” è un’emozione che non so spiegare – ha commentato Nduccio al TG8 – é la scelta di riscoprire una parte di me che avevo tralasciato per troppi anni, cioè l’amore per la terra e il mestiere di mio padre. Ho voluto riscoprire il vino nella sua sincerità, nei suoi sapori veri. Un connubio perfetto, reso possibile dall’incontro con la cantina biodinamica di Orsogna, che produce solo vini biologici al 100% e biodinamici al 50».