“Sul nome la mossa della generosità e della comprensione tocca a chi è più grande, come è sempre accaduto nella storia delle istituzioni internazionali”. La pensa così il parlamentare del Partito democratico Luciano D’Alfonso che interviene sulla diatriba del nome della nuova unione di Comuni Pescara, Spoltore e Montesilvano
“Pescara deve adottare il progetto di vita della nuova città, garantendone il pieno successo. I primi 10 anni saranno con il foglio rosa e per questo chi è più grande deve accompagnare il superamento delle difficoltà di chi è meno grande o più piccolo”. E’ la posizione del deputato dem Luciano D’Alfonso, a proposito del nome della nuova città di Pescara, che nascerà nel 2027 dalla fusione di Pescara, Montesilvano e Spoltore. “Per evitare che lungo la strada nascano i firmatari di PescarExit, magari davanti alla prima nevicata che prende di mira anche le poche terre alte della nuova città – dice D’Alfonso – cominciamo con i gesti simbolici a essere comprensivi. Poiché non mi sono mai iscritto al club degli entusiasti a prescindere, ho tenuto lo stesso atteggiamento anche davanti ad altri fatti annunciati come epocali (penso all’annuncio della Merker o alla nascita della sbattutissima Serfina) e poi nessuno più si è fatto vedere dei rumorosi e festeggianti dell’inizio”.
“La Nuova Città deve nascere nella maniera migliore possibile, senza che mai diventi figlia illegittima e per questo sostituita dai pericolosi statutari di PescarExit, per adesso ancora sotto traccia. Un po’ di studio delle istituzioni internazionali farebbe comprendere che l’energia vitale per le nuove organizzazioni territoriali si chiama in un solo modo, anche in dialetto: generosità! Nel cantiere impiantato dentro le aule consiliari convocate a più riprese, non si sta declinando il valore generativo della generosità – conclude D’Alfonso – ma lo stupidario della competizione forzosa”.