Oggi a Pescara gli Stati generali dell’Informazione

Pescara ospita gli Stati generali dell’informazione, promossi da Anci Abruzzo, Ordine dei Giornalisti Abruzzo e Sindacato Giornalisti abruzzesi

L’obiettivo è gettare le fondamenta per la nuova legge regionale sull’editoria attraverso un documento condiviso da cui partire per lavorare insieme al Consiglio regionale. Agli Stati Generali partecipano anche il presidente nazionale dell’Ordine dei Giornalisti Carlo Bartoli e del Segretario Aggiunto Vicario della Federazione Nazionale della Stampa Domenico Affinito.

Tra gli altri temi sul tappeto, gli strumenti e le misure di sostegno all’esercizio delle funzioni associate in materia di comunicazione istituzionale, agli interventi di supporto al sistema dell’informazione nelle aree interne e nei piccoli comuni della nostra regione.

“Da tempo infatti – si legge nella nota introduttiva dell’appuntamento – il settore sta vivendo una situazione di forte crisi, che rischia di minare il diritto-dovere dei cittadini ad essere informati e, dunque, la tenuta democratica del nostro Paese. Questo è ancor più vero in Abruzzo, dove negli ultimi anni si è assistito a un grave depauperamento del sistema informativo, con la chiusura di redazioni e giornali, anche improvvise da un giorno all’altro, a cui si è accompagnato e si accompagna un precariato sempre più dilagante”.

Per questo all’incontro, oltre alle istituzioni e al mondo dell’informazione, è stata invitata a partecipare l’intera società civile, dal mondo dell’economia a quello del volontariato.

Ad aprire la giornata, dopo i saluti istituzionali, sono state le relazioni del presidente di Anci Abruzzo Gianguido D’Alberto, del presidente dell’Ordine dei Giornalisti Stefano Pallotta e del segretario SGA Ezio Cerasi, ai quali seguiranno gli interventi programmati e l’apertura del dibattito.

A margine dell’evento, il presidente del Consiglio Nazionale dell’Ordine dei Giornalisti si è soffermato sull’inchiesta di Fanpage:

“Non capisco tutte queste critiche sull’inchiesta di Fanpage. Il giornalismo sotto copertura è uno dei fondamenti della nostra professione, ha sì delle regole, ma soprattutto a tutela dell’incolumità dei giornalisti. Vorrei ricordare che se non esistesse il giornalismo sotto copertura non ci sarebbe mai stato lo scandalo Watergate. A noi interessa solo ed esclusivamente rappresentare la realtà”.

E parlando del lavoro giornalistico:

“Bisogna sostenere chi assume e chi applica contratti regolari rispetto a scenari che cambiano in modo repentino”.

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