Sarebbe stato aggredito e ferito dalla madre, con la quale ha avuto una colluttazione per difendersi, senza che poco prima vi fosse stata alcuna discussione. È quanto emerge dal lungo interrogatorio di Cristiano De Vincentiis, il 50enne che ieri a Bucchianico ha ucciso in casa la madre Paola, 69 anni, raggiunta da oltre dieci coltellate all’addome, al torace e alla schiena
L’uomo, assistito dall’avvocato Cristiano Zulli, è stato interrogato ieri sera dal sostituto procuratore della Repubblica di Chieti, Giancarlo Ciani, nel reparto del policlinico di Chieti dove è ricoverato e piantonato a causa di alcune ferite riportate, non gravi. De Vincentiis, che veniva seguito dal Serd, è stato arrestato per omicidio volontario e per ora resta piantonato in ospedale, consapevole di aver ucciso la madre: fra le lacrime ha raccontato la sua versione dei fatti, mostrandosi collaborativo e mettendosi a disposizione della magistratura.
Intanto, all’indomani dell’omicidio, emergono nuovi particolari che delineano i contorni di una situazione di disagio, sfociata nel sangue. Nella casa di Bucchianico nel vicolo di strada Cappellina San Camillo che conduce alla piazza del paese, la famiglia De Vincentiis si era trasferita da pochi mesi, a estate inoltrata, affittando un appartamento che mamma e figlio condividevano con la sorella della vittima e zia dell’omicida, assistita, perché invalida, dalla 69enne morta. I tre provenivano da Chieti, dalle case popolari del quartiere Tricalle. Una famiglia schiva, che neppure a Bucchianico aveva stretto legami, ma dove residenti e commercianti del centro storico avevano più volte assistito ai litigi tra madre e figlio.
Per Cristiano un passato già costellato di guai giudiziari per minacce e aggressioni a vicini di casa e alla ex. Attualmente il 50enne era seguito dal Serd, il servizio per le dipendenze: un aspetto che chiarisce le continue richieste di aiuto economico che la madre Paola rivolgeva al parroco e rettore del santuario di San Camillo de Lellis, padre Germano Santone.
L’ultima lite, quella di ieri mattina degenerata nel sangue, potrebbe essere stata innescata proprio dall’ennesima richiesta di soldi del 50enne.
Spetterà agli inquirenti ricostruire la dinamica dei fatti: di certo però c’è che nella colluttazione ad avere la peggio è stata la donna, pugnalata anche alle spalle forse nel tentativo di difendersi dal figlio. E mentre le indagini vanno avanti, a Bucchianico restano sconcerto e rimpianto per essere arrivati troppo tardi e non aver capito tempestivamente il disagio che si celava nell’ambiente schivo della famiglia De Vincentiis e che avrebbe potuto salvare la vita di Paola.