Omicidio Bucco: Gli elementi per riaprire il caso a tre anni dalla tragedia, non sono pochi e sono contenuti tutti nella richiesta di opposizione all’archiviazione.
Ad elencarli ed illustrarli nel dettaglio gli avvocati Alberto Faccini ed Enrico Della Cagna, legali, rispettivamente, della sorella di Nicola Bucco Sabrina e del figlio Francesco. Si va dalle tracce di tessuto rinvenute dal medico legale Christian D’Ovidio, tra le unghie di un dito della mano sinistra della vittima, al particolare, non di poco conto, che Nicola Bucco stava cucinando per qualcuno perchè dall’autopsia é emerso che avesse lo stomaco pieno ad impronte digitali estranee rinvenute su un frigorifero. Con questo, però, tengono a precisare i legali, non si vuole sottostimare l’ottimo lavoro svolto dagli inquirenti e l’enorme mole di documenti raccolti dal Pm Varone, piuttosto mettere in rilievo dettagli che possono essere stati trascurati e tentare di tenere aperto il caso. Nicola Bucco fu accoltellato a morte nel suo appartamento in Via Leopardi il 14 novembre del 2012, nel corso delle indagini si puntò l’attenzione, in varie fasi, su alcuni personaggi, ma per nessuno di loro si riuscì a trovare elementi sufficienti per convincere il magistrato a firmare le eventuali misure cautelari. Nella stessa richiesta di archiviazione il Pm Varone giunge comunque a delle conclusioni importanti: il movente legato a questioni economiche ed il presunto assassino che conosceva molto bene la vittima e che potrebbe aver agito con fredda predeterminazione. Caso tuttaltro che chiuso, dunque, e del quale si occuperà prossimamente anche la rubrica di Rete8 “In Cronaca” con testimonianze e nuovi elementi.
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