Interrogatorio da remoto per Amleto Petrosemolo, il 70enne di Lanciano che domenica scorsa ha freddato con dieci colpi di pistola il condomino Francesco De Florio De Grandis. Il legale dell’omicida, l’avvocato Alessandra Cappa, ha chiesto al giudice che si valutino le condizioni del suo assistito al fine di verificare la compatibilità, o meno, col carcere
L’omicida, ora richiuso nel supercarcere di Lanciano, è reo confesso ed ha genericamente motivato il drammatico gesto con il fatto che la vittima spesso lo stuzzicava quando lo incontrava e parlava male di lui. Oggi, dunque, l’interrogatorio di garanzia a distanza e la richiesta al giudice di una più ampia valutazione della compatibilità, o meno, di Petrosemolo col carcere. La prossima settima il difensore dell’assassino dovrebbe incontrarlo di persona. Sempre la prossima settimana l’avvocato Cappa potrebbe presentare la richiesta di una perizia psichiatrica.
I vicini parlano di comportamenti al di fuori della normalità da parte dell’arrestato, che avrebbe avuto manie di persecuzione. Ma questa cosa fino ad ora non è stata confermata da nessun certificato medico, e la cosa sarà sicuramente parte delle indagini che la procura frentana dovrà affrontare, visto che Petrosemolo risulta in possesso di un regolare porto d’armi.
Entrambi, vittima e assassino, sono senza precedenti. Nessun problema con la giustizia. «Questa mattina mia madre mi ha telefonato gridando: “Hanno sparato, hanno sparato! Non ho ben capito che cosa fosse accaduto ma sono corso a casa dei miei. Lì, per strada c’era mio padre morto. E mia madre urlava dalla finestra. Lo hanno ucciso sparandogli contro una decina di colpi, fino a che non è stramazzato a terra. Mio padre era un uomo tranquillo, pensionato, ex imbianchino, con l’hobby della pittura e della cartapesta. Non aveva conti in sospeso con nessuno», ha raccontato il figlio Carmine. Il pm Serena Rossi ha disposto anche l’autopsia affidata al medico legale Cristian D’Ovidio. L’omicidio è avvenuto nel popoloso quartiere Santa Rita.