Inquirenti sulle tracce del killer che lunedì scorso ha ucciso l’architetto Walter Albi e ferito gravemente l’ex calciatore Luca Cavallito. Al vaglio le immagini delle telecamere dell’ospedale di Pescara dopo che martedì scorso un uomo si è presentato all’ingresso per sapere se l’ex calciatore fosse ancora vivo
Sarà un week end di intenso lavoro per gli inquirenti che, senza sosta, stanno operando su più fronti potendo contare su molti più elementi di quanto si possa immaginare. Le tracce per risalire a mandante e braccio armato dell’assurdo agguato di lunedì sera al Bar del Parco a Pescara, costato la vita all’architetto Walter Albi e nel quale è rimasto gravemente ferito il 49enne Luca Cavallito, ci sono e non sono poche, ma è anche importante ottenere i riscontri sperati. Uno di questi riguarda un possibile identikit del killer, in relazione all’identificazione del misterioso uomo che martedì sera si è presentato in ospedale a chiedere notizie sulle condizioni di salute di Cavallito.
Anche qui preziose le immagini delle telecamere a circuito chiuso e la testimonianza dei due vigilantes ai quali ha chiesto informazioni. Si tratta di mettere a confronto, a questo punto, la sagoma del killer, con quella dell’uomo misterioso e verificare se ci sono similitudini.
Parallelamente proseguono gli accertamenti sul telefono rinvenuto sulla scena del crimine, mentre trapela un altro importante particolare, prima di darsi alla fuga il sicario porta via non solo i telefoni, ma anche le chiavi della macchina di Albi e su questa, nella logica del riserbo più assoluto imposto dalla Procura, nulla si sa, se sia scomparsa o se sia stata individuata e posta sotto sequestro per verificare la presenza di impronte. Indagini, dunque, complesse e delicate che, su decisione dello stesso procuratore capo Giuseppe Bellelli, saranno portate avanti da più magistrati, il Pm Andrea Di Giovanni sarà coadiuvato da Bellelli stesso e dall’esperta Anna Rita Mantini. Riguardo infine agli esiti dell’autopsia di ieri sul corpo di Albi, il medico legale Ildo Polidoro ha accertato che due, dei quattro colpi che hanno raggiunto l’architetto, si sono rivelati fatali, quello al torace e quello alla testa.