Mentre l’unico accusato dell’omicidio di Fulvio Declerch, il 53enne trovato cadavere a Popoli il 25 novembre scorso, non risponde nemmeno davanti al Gip, si cominciano a delineare dettagli della morte: stando all’autopsia c’è stata estrema violenza
Il volto sfigurato, un orecchio amputato, fendenti violentissimi alla schiena e in pieno petto: questi solo alcuni dei passaggi dell’autopsia eseguita sul corpo del 53enne trovato cadavere la mattina del 25 novembre scorso, da un passante che ha subito chiamato i carabinieri, poco distante dal fiume Decontra. Alessandro Chiarieri, il 29enne vicino di casa della vittima ritenuto dagli inquirenti il colpevole del delitto, si è avvalso della facoltà di non rispondere. Il giudice ha convalidato l’arresto, eseguito lo scorso 25 novembre, a poche ore dal delitto, disponendo la custodia cautelare in carcere per i solidi indizi di colpevolezza a suo carico.
Stando a quanto ricostruito la lite tra i due risale alla sera prima del ritrovamento del cadavere di Declerch: tutto sarebbe cominciato la sera del 24 novembre quando il giovane, accompagnato da un’altra persona, si sarebbe recato a casa della vittima a sua volta in compagnia di un amico. Due persone certamente preziose per ricostruire le ultime ore di vita del 53enne e raccontare se vi siano state discussioni che possano esse degenerate nell’omicidio.
La prima discussione tra la vittima e il suo presunto assassino sarebbe nata per la mancata offerta di una bottiglia di vino tenuta in frigo. La lite subito dopo si sarebbe accesa per una vecchia vicenda che pende in Tribunale. Lite sedata dagli amici, ma non finita lì a quanto sembrerebbe. Dopo poco Chiarelli avrebbe, infatti, bussato alla porta del suo vicino armato di un grosso coltello. E ancora una volta sarebbe stato allontanato da uno dei presenti. Poi la tragedia, in piena notte. L’assassino sarebbe entrato dal piano superiore dell’abitazione del Declerch, rompendo il vetro di una finestra: decine i colpi inferti ripetutamente alla vittima. Di “strani e forti rumori” avrebbe parlato una vicina collocando l’ora del trambusto intorno alle 2.30. L’orario coincide con la ripresa di una telecamera esterna con le immagini dell’uomo che spinge una carriola: probabilmente sta portando il corpo della vittima lì dove poi verrà trovato l’indomani.
L’autopsia effettuata ieri mattina dal medico legale Cristian D’Ovidio parla di coltellate alla schiena, di una ferita “da scannamento”. Il colpo mortale sarebbe stato quello al torace, che ha poi portato lo shock emorragico, senza tralasciare diversi profondi tagli sul viso di Declerch impressi dopo aver tagliato il lobo dell’orecchio destro e semiamputato il sinistro. Futili motivi e crudeltà, insomma.
Nel disporre la misura in carcere, il gip scrive che «deve ritenersi altamente probabile che l’indagato ricada nel delitto di omicidio doloso pluriaggravato, sia per la sua personalità sia per le condizioni “esterne” all’accusato ricavabili dal dato ambientale: si tratta infatti di un soggetto privo di qualsiasi lecita occupazione, che trascorre le sue giornate oziando e bevendo alcolici, con la logica conseguenza che, quasi quotidianamente, egli avrebbe occasioni, momenti, spunti ed opportunità per aggredire, armato e con non comune violenza, le persone che lo frequentano».