Maxi sequestro di circa 600 mila euro nell’ambito di un’indagine complessa durata oltre due anni per i reati di corruzione, falso e turbata libertà del procedimento nella scelta del contraente, connessi a una maxi frode sulla spesa sanitaria per acquisti di dispositivi medicali effettuati dall’Asl di Chieti senza le previste gare di appalto.
I finanzieri del Gruppo di Chieti e della Compagnia di Teramo hanno eseguito un’ordinanza di sequestro preventivo di disponibilità finanziarie e beni immobili, per un importo complessivo di circa 600 mila euro, emessa dal Gip del Tribunale di Chieti, Luca de Ninis, su richiesta del sostituto procuratore della Repubblica, Giancarlo Ciani, nell’ambito di un’indagine complessa durata oltre due
anni per i reati di corruzione, falso e turbata libertà del procedimento nella scelta del contraente, connessi a una maxi frode sulla spesa sanitaria per acquisti di dispositivi medicali effettuati dall’Asl di Chieti senza le previste gare di appalto.
In particolare, i militari della Guardia di Finanza, nell’ambito dell’operazione “A cuore aperto”, hanno dato esecuzione al sequestro in via diretta e per equivalente, sino alla concorrenza di un valore di euro 559.790 euro, di 4 beni immobili, ubicati nelle province di Teramo e Sassari, conti correnti bancari e disponibilità finanziarie intestati ad un imprenditore e ad una società a lui riconducibile che opera nel commercio di dispositivi medicali. Nel corso delle indagini, i finanzieri di Chieti hanno rilevato gravi distorsioni nelle procedure di acquisto dei materiali e degli apparati medicali per le attività dell’unità di Cardiochirurgia dell’ospedale di Chieti, frutto di un patto corruttivo consolidato nel tempo che ha consentito ai soggetti coinvolti di trarre vantaggi illeciti.