Operazione GdF Chieti Pescara, sequestrati beni per 16 milioni di euro

Operazione GdF Chieti Pescara, sequestrati beni per 16 milioni di euro all’imprenditore Mauro Mattucci già noto alle Forze dell’Ordine per una lunga serie di precedenti

I finanzieri dei Comandi Provinciali della Guardia di Finanza di Pescara e Chieti hanno concluso una articolata indagine in materia di sequestro di beni mobili, immobili, complessi aziendali e disponibilità finanziarie in applicazione di misura di prevenzione patrimoniale sul presupposto della pericolosità fiscale. Una sorta di resa dei conti tra la Giustizia e Mauro Mattucci, imprenditore di Montesilvano, con un lungo curriculum alle spalle di attività illecite. Al di là di condanne, alcune in via definitiva – come si precisa nella nota congiunta della Guardia di Finanza di Pescara e Chieti – e da numerosi procedimenti penali ancora pendenti, per reati di notevole allarme sociale quali l’associazione a delinquere, estorsione, bancarotta fraudolenta ed illeciti ambientali, per fatti anche risalenti agli anni ’80, l’attenzione della Procura, in questo provvedimento, si concentra prevalentemente sulle cospicue ricchezze accumulate nel decennio tra il 2005 ed il 2015. In questo decennio s’innestano due note operazioni “Banco-Matt” e “Viribus Unitis”, in particolare tra settembre ed ottobre del 2015 , grazie alle quali le Fiamme Gialle accertarono una truffa ai danni dello Stato di Oltre 100 milioni di euro. Il provvedimento odierno, è stato disposto dal Tribunale di Chieti quale misura di prevenzione patrimoniale finalizzata alla confisca dei beni ai sensi del Decreto Legislativo 159 del 2011 (Codice Antimafia) su proposta formulata dalla Procura della Repubblica di Chieti che aveva condiviso le ipotesi investigative formulate dalla Gdf di Pescara circa il profilo criminale di Mattucci. In sostanza si ritiene che Mauro Mattucci sia dedito alla commissione abituale, in qualità di dominus di un sodalizio criminoso, di plurimi reati in materia tributaria con lo scopo principale di frodare, a proprio vantaggio e con qualsiasi mezzo – recita la nota della Guardia di Finanza – l’Erario.  L’ingente patrimonio accumulato avvalora le tesi che l’imprenditore vivesse dei proventi delle proprie attività illecite, reinvestendo tali profitti in quote societarie e attività commerciali e/o immobili, oggetto del sequestro odierno. Fondamentale l’analisi dei redditi dichiarati dal 2005 al 2015 dai quali sarebbero emersi flussi finanziari tali da far ritenere che le aziende detenute direttamente o indirettamente da Mattucci, evadevano costantemente l’obbligazione tributaria con lo Stato attraverso false fatturazioni e indebite compensazioni con crediti Iva fittizi. L’elenco nel dettaglio dei sequestri :

  • 17 immobili a Montesilvano, tra cui tre lussuose ville, con piscina coperta, palestra e vasche idromassaggio, ove risiedono Mattucci ed i figli; uffici e sedi amministrative delle società di gruppo di famiglia.
  • 18 partecipazioni societarie e 14 complessi aziendali, ubicati in Abruzzo, Marche e Lazio, ma anche in Belgio. In particolare sono state sequestrate anche le aziende che gestiscono “Il Tortuga”, sul litorale al confine tra Pescara e Montesilvano e il Centro Commerciale “Cuore Adriatico” a Civitanova Marche.
  • 17 rapporti bancari intestati a Mattucci, ai figli e ad alcune società.

La gestione dell’ingente patrimonio è stata affidata ad un amministratore giudiziario nominato dal Tribunale di Chieti.

“La misura di prevenzione patrimoniale eseguita quest’oggi – precisa la nota congiunta della Guardia di Finanza di Pescara e Chieti – è la più rilevante per valore in Abruzzo in applicazione al codice antimafia, e conferma, ancora una volta, la concreta azione della magistratura e della Guardia di Finanza nell’aggressione, mediante eliminazione dal circuito economico, dei patrimoni illecitamente accumulati da soggetti che vivono abitualmente dei proventi di attività delittuose, in ossequio al principio generale secondo cui nessuno deve poter impunemente godere del frutto di una propria condotta illecita, tanto più se ripetuta e sistematica.”

Il servizio del Tg8

 

 

 

Fabio Lussoso: