Otto ordinanze di custodia cautelare in carcere, di cui tre eseguite nella giornata odierna, 770 grami di cocaina, 371 di marijuana e 720 di hashish sequestrati e più di 100 cessioni riscontrate e documentate.
E’ il bilancio dell’operazione “The Diggers”, condotta dagli agenti della squadra mobile della questura di Teramo con il coordinamento del pubblico ministero Davide Rosati, grazie alla quale è stato sgominato un gruppo criminale composto da persone tutte residenti a Teramo.
L’indagine, partita nell’ottobre del 2020 avrebbe permesso di accertare come gli otto destinatari delle ordinanze di custodia cautelare (di cui cinque attualmente irreperibili) avessero organizzato un’estesa rete di spaccio tra Teramo e L’Aquila, utilizzando un collaudato “modus operandi” . Secondo quanto emerso nel corso delle indagini, infatti, la droga veniva nascosta in campi e discariche abbandonate alle periferie delle due città capoluogo (nelle frazioni di Rupo, Sardinara e in una stradina sterrata di Bellante per quanto riguarda Teramo e nella frazione di Genzano di Sassa per quanto riguarda l’Aquila) , per poi essere prelevata di volta in volta nelle quantità richieste dagli acquirenti ed essere cedute in prossimità dei luoghi dove veniva occultata.
“L’attività investigativa ha permesso di documentare, anche con sequestri, l’ingente attività cessione, con cadenza giornaliera, di sostanza stupefacente a numerosi acquirenti residenti nella regione – si legge in un comunicato della Questura di Teramo – gli indagati infatti, molti dei quali con plurimi pregiudizi di polizia soprattutto per reati in materia di stupefacenti e radicati da tempo nel territorio teramano, gestivano gran parte dello spaccio di sostanze stupefacenti sia nel centro cittadino che in alcuni comuni della provincia”.