Stanotte abbiamo dormito un’ora in più. In Italia è tornata infatti l’ora solare: lancette indietro di 60 minuti, dalle 3 alle 2, tra sabato 30 e domenica 31 ottobre. Arrivederci all’ora legale fino al prossimo 27 marzo. Le giornate diventeranno più “corte”: ci sarà un’ora in più di buio la sera e un’ora in più di luce al mattino.
Diremo davvero addio all’ora legale? Da tempo l’Unione europea chiede l’eliminazione del cambio dell’ora due volte all’anno. Nel 2018, la maggior parte dei cittadini europei, attraverso una consultazione pubblica online, si è detta contraria all’ora legale. Bruxelles aveva anche proposto il mantenimento dell’ora legale per tutti i paesi membri, ma la richiesta era stata bocciata. Il dibattito era slittato al 2020, poi finito in secondo piano per la pandemia. Adesso il tema è tornato in auge. Lo stesso parlamento europeo di Strasburgo si è pronunciato a favore della sospensione del cambio dell’ora.
Per quanto riguarda il nostro paese, l’Italia si è espressa per il mantenimento dell’ora legale. Si calcola, infatti, che nei sette mesi di ora legale si risparmino complessivamente 400 milioni di kWh, pari al consumo medio annuo di elettricità di circa 150 mila famiglie.
Contrari all’ora legale, diversi paesi del nord Europa: Finlandia, Lituania, Polonia e Svezia. Durante il periodo estivo, le giornate – già molto lunghe perché collocati geograficamente vicino al Polo Nord – si dilatano ancora di più. Accentuando un fenomeno impegnativo per l’organismo. Il dibattito continua.
Ora solare, le ripercussioni sulla salute
La consuetudine di passare dall’ora legale a quella solare è in vigore dal 1966 e nel corso degli anni diversi studi hanno dimostrato che può avere ripercussioni sulla salute delle persone. In particolare, con il cambio d’ora è possibile che alcune persone abbiano una sensazione simile al “jet lag”, con un senso di stanchezza e di perdita di concentrazione sul posto di lavoro.
Verso l’abolizione del cambio d’orario: il dibattito
Dal 2018 si è aperto un dibattito in Europa per abolire il passaggio dall’ora legale a quella solare. La decisione è stata più volte rimandata anche a causa del Covid ma non è ancora del tutto da escludere che prima o poi arriverà l’addio.
Sul tema, la posizione dell’Italia è stata molto precisa: no all’abolizione del cambio a favore della consuetudine tuttora in corso.
Così come sono evidenti i benefici dell’applicazione dell’ora legale. Secondo i dati di Terna, la società che gestisce la rete nazionale, nei 7 mesi appena trascorsi dall’ultimo cambio, il sistema elettrico italiano ha consumato 450 milioni di kWh in meno, pari al valore di fabbisogno medio annuo di circa 170 mila famiglie, con un conseguente risparmio economico di circa 105 milioni di euro e 215mila tonnellate di anidride carbonica in meno emessa nell’atmosfera.
Per tornare all’ora legale bisognerà aspettare il prossimo anno: nella notte tra il 26 e il 27 marzo 2022 le lancette dell’orologio alle 2 di notte andranno portate alle 3, spostandole di fatto un’ora avanti con la conseguenza che dormiremo un’ora in meno.