Organici insufficienti: situazione critica nelle carceri d’Abruzzo

Le carceri in Abruzzo vivono una situazione critica. Sentenza del giudice del lavoro su attività antisindacale dell’amministrazione penitenziaria di Villa Stanazzo

Mancato turnover, organici insufficienti e straordinari decurtati sono solo alcune delle difficoltà che vive la Polizia penitenziaria in Abruzzo. Di recente, tuttavia, gli operatori del carcere di Villa Stanazzo, a Lanciano, hanno ottenuto almeno una vittoria legale.

Il giudice del lavoro infatti ha riconosciuto l’attività svolta dalla Uilpa in favore dei lavoratori sancendo l’attività antisindacale dell’amministrazione penitenziaria nella Casa Circondariale di Lanciano.

Evidentemente soddisfatto il segretario generale regionale UILPA Polizia Penitenziaria Abruzzo, Ruggero Di Giovanni:

<L’avvocato Paolo Valentino Sisti del foro di Lanciano, al quale va il nostro ringraziamento per il risultato ottenuto, ha seguito il ricorso avanti al Giudice del Lavoro presso il tribunale di Lanciano. Il caso ha riguardato le modifiche unilaterali all’organizzazione del lavoro imposte dalla direzione del carcere di Villa Stanazzo, modifiche che hanno costretto i lavoratori a svolgere turni di servizio totalmente difformi dagli accordi vigenti e perfino il doppio turno giornaliero, tutto senza il necessario confronto con le organizzazioni sindacali. – si legge nella nota della Uilpa –

Il decreto ex art. 28 Stat. Lav. emesso il 3.12.2024, ha sancito che “… le condotte descritte appaiono idonee ad integrare un comportamento antisindacale nella misura in cui le stesse si sono concretate nella violazione di accordi contrattuali efficaci tra la parte pubblica e le sigle sindacali che lo hanno sottoscritto, tra le quali la ricorrente, e hanno avuto l’effetto di vanificare l’opera dell’organizzazione sindacale ed i suoi poteri rappresentativi”. Di fatto le azioni della direzione del carcere hanno impedito a questa sigla sindacale di svolgere al meglio il proprio mandato negando i diritti sindacali dei lavoratori garantiti dalla Costituzione Italiana e dalle normative italiane ed europee sul lavoro>.

Da diversi anni la Uilpa denuncia le problematiche legate al mancato turnover e la carenza di personale di Polizia Penitenziaria. Sarebbero almeno 270 unità le mancanti sul territorio abruzzese, a fronte di un organico previsto di circa 1220 agenti. Il dato regionale si attesta al -25%, in alcuni istituti supera il -30%.

<Se a questo aggiungiamo il dato di fatto che gli organici sono frutto di un vistoso errore commesso anni fa con il taglio lineare del personale, senza tener conto delle peculiarità e/o necessita dei singoli istituti ecco che viene fuori la drammaticità dei numeri>.

Questa, secondo l’Ulpa, la situazione nelle case circondariali dell’Abruzzo:

· C.C. AVEZZANO -9
· C.C. CHIETI – 7
· C.R. SULMONA -44
· C.C. L’AQUILA -27
· C.C. LANCIANO -48
· C.C. PESCARA -57
· C.C. TERAMO -58
· C.L. VASTO -30

<Auspichiamo che questa sentenza, immediatamente esecutiva, possa contribuire ad aprire gli occhi alla politica ed ai dirigenti del Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria che dai palazzi romani non riescono a vedere oltre la freddezza dei numeri.

Nell’ultimo anno abbiamo assistito alla negazione del diritto al pagamento del lavoro svolto: tutti i Poliziotti Penitenziari Abruzzesi hanno subito la decurtazione del pagamento di una quota dello straordinario effettuato, quasi fosse una scelta personale quella di garantire il funzionamento delle carceri a discapito delle proprie famiglie arrivando a superare il tetto massimo annuo del lavoro straordinario; un numero, quello del tetto massimo annuale, deciso a tavolino e che nessuno di noi vorrebbe mai superare ma che, nostro malgrado, siamo costretti a superare per colpa di altri numeri decisi a tavolino…
Restiamo in attesa di un immediato intervento dell’Amministrazione Penitenziaria che applicando la sentenza ripristini senza ritardi diritti violati>.

La nota è firmata dal segretario generale regionale UILPA Polizia Penitenziaria Abruzzo, Ruggero Di Giovanni.