Orsa uccisa: nominati periti, continua la ricerca dei cuccioli

La procura di Avezzano ha incaricato due periti per far luce sulla morte dell’orsa Amarena. Parla l’uomo che l’ha uccisa: “Sono tre giorni che non dormo e non mangio, non vivo più, ricevo in continuazione telefonate di morte, messaggi; hanno perfino chiamato mia madre 85enne, tutta la mia famiglia è sotto una gogna”

Si tratta dell’anatomopatologo veterinario Rosario Fico e il perito balistico Paride Minervini, ufficiale in quiescenza dell’esercito italiano. I due esperti indagheranno sulla dinamica dell’ uccisione orsa Amarena avvenuta a colpi di fucile nel comune di San Benedetto dei Marsi il 31 Agosto. I due esperti hanno già seguito indagine per la procura di Sulmona per un fatto analogo diversi anni fa. Anche questa notte sono falliti i tentativi di cattura dei due cuccioli. Sono passate 48 ore dall’ultima volta in cui i due cuccioli era con mamma orsa amarena.

“Scappano – commenta Luciano Sammarone direttore del Pnalm – non è una situazione facile”. In molti si domandano “si poteva fare qualcosa prima per la cattura di questi cuccioli? – commenta un cittadino di San Benedetto dei Marsi – Quando erano rimasti fermi per ore lì vicino la mamma su un albero perché non li hanno presi?”.

“Le ricerche dei due cuccioli purtroppo, ad oggi, non hanno portato alla cattura dei due plantigradi – è il commento del sindaco di San Benedetto dei Marsi, Antonio Cerasani -; nella serata di ieri sono stati dapprima individuati e successivamente, almeno uno dei due, avvistato da alcuni passanti. Ogni giorno che passa diventa sempre più difficile gestire questa situazione emergenziale ed individuare i due mammiferi. Invito tutti a continuare a collaborare non intralciando le ricerche, – continua Cerasani – segnalando eventuali avvistamenti, anche nei paesi limitrofi, al 112, c’è ancora speranza. Ringrazio il personale delle varie unità presenti ieri che hanno svolto le ricerche, le quali, continueranno anche nella giornata odierna”. Ieri tre squadre dei guardia parco insieme ai Carabinieri forestali hanno avuto due avvistamenti dei cuccioli, nel primo avvistamento i due i cuccioli erano insieme, mentre nel secondo è stato avvistato un cucciolo solo, si spera che i due non si siano separati. Le trappole con esche messe in giro per la città, non hanno funzionato ad attirare i due orfanelli.

A tre giorni dall’uccisione dell’orsa parla l’uomo che le ha sparato, Andrea Leombruni: “Sono tre giorni che non dormo e non mangio, non vivo più, ricevo in continuazione telefonate di morte, messaggi; hanno perfino chiamato mia madre 85enne, tutta la mia famiglia è sotto una gogna”, dice Leombruni con gli occhi lucidi nel piazzale della sua casa, lì dove è avvenuto il fatto, mentre una parente fa da sentinella sul balcone, perché hanno paura di ritorsioni. A San Benedetto c’è un gran traffico di curiosi, molti cittadini si sono uniti alle forze dell’ordine per controllare le auto. “Ci devi passare per capire quello che sto provando ora – ammette Leombruni, l’uomo che qualche giorno fa ha sparato e ucciso l’orsa Amarena – ho sbagliato; l’ho capito subito dopo aver esploso il colpo… i carabinieri li ho chiamati io”. Poi va dove ha esploso il colpo, nel pollaio, dove il parco ha posizionato delle trappole con esche per acchiappare i due cuccioli orfani. “È successo qui – continua – in uno spazio piccolissimo io mi ero appostato per vedere chi fosse, mi sono trovato all’improvviso quest’orso e ho fatto fuoco per terra, non ho mirato, il fucile aveva un solo colpo”.

“Non è giusta questa violenza e questo martirio che ci stanno facendo, – commenta la moglie di Leombruni – c’è la Procura che indaga, sono loro i titolati a farlo, a giudicare, noi sicuramente saremo puniti e ripeto giustamente, ma perché dobbiamo vivere sotto scorta? Perché dobbiamo aver paura di vivere?”

E intanto è giallo per un murales: era spuntato a poca distanza da casa dell’uomo: ritraeva un cacciatore che spara con la scritta ‘giustizia’. Ma è stato cancellato subito con una vernice rossa. Intanto alcuni uomini girano di ronda vicino l’abitazione dell’indagato: “Siamo qui per proteggere una brava persona” – dicono quando i carabinieri che presiedono la casa di Leombruni, dopo le minacce di morte, li fermano per identificarli – doveva esserci una manifestazione siamo preoccupati”. Si riferiscono al sit in richiesto da alcuni animalisti, cancellato dopo che il sindaco Antonio Cerasani li ha sentiti al telefono invitandoli a spostarlo poiché ancora ci sono dei cuccioli di orso in giro.

Gran parte dei bar sono chiusi per ferie; la gente del posto ribadisce: “È una brava persona, ha sicuramente sbagliato ma basta con la persecuzione e l’istigazione all’odio – dichiara un parente – Qui non siamo pro o contro un orso qui noi stiamo parlando di un padre di famiglia, un lavoratore che non esce di casa da giorni e sta come uno straccio buttato a letto, che riceve quotidianamente minacce di morte; questo murales è una vergogna spero lo rimuovano subito”.

Intanto i due cuccioli sono ancora soli forse senza cibo e senza acqua da più di 48 ore.

 

Fabio Lussoso: