Orso marsicano trovato morto nella zona di Ortona dei Marsi

Orso marsicano trovato morto nei pressi di Ortona dei Marsi e del Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise. Si teme l’avvelenamento

Il corpo dell’orso, un esemplare maschio di circa 8-10 anni che non risulterebbe censito, non presentava segni di arma da fuoco. Si stanno compiendo analisi su alcuni traumi evidenti e non si esclude anche l’ipotesi di avvelenamento. Il direttore del Parco nazionale d’Abruzzo Lazio e Molise, Luciano Sammarone, intervistato dal Tg8, ha detto che all’Istituto zooprofilattico di Teramo sono in corso tutte le indagini del caso per accertare la causa della morte. La presenza dell’animale era stata segnalata da alcuni escursionisti. L’orso si trovava nei pressi di Forca Caruso, un valico dell’Appennino abruzzese collegato alla piana del Fucino, ritenuto importante punto di snodo per i grandi carnivori in movimento. Sul posto, oltre ai Carabinieri forestali, anche i veterinari e l’unità specializzata del Parco Nazionale Abruzzo Lazio e Molise. I veterinari hanno escluso “la presenza di fori riconducibili ad arma da fuoco” e “accertato la presenza di numerosi traumi” non meglio specificati.

Il Nucleo Cinofilo Antiveleno del Pnalm è entrato in azione per bonificare il territorio e cercare eventuali sostanze utilizzate per l’avvelenamento, al momento non rinvenute. L’episodio conferma l’importanza del corridoio di collegamento tra il Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise e il Parco Regionale Sirente Velino, dove gli avvistamenti di orsi sono in aumento. Sull’orso verrà fatto anche un riscontro genetico per vedere se è censito nella banca dati. Gli esperti dell’Istituto Zooprofilattico Sperimentale di Teramo, dove la Procura competente ha disposto il trasferimento della carcassa per i necessari esami, dovranno accertare eventuali patologie o portare alla luce tracce di sostanze tossiche letali.

“Al fine di definire il quadro complessivo degli elementi presenti nell’area in cui l’orso è stato trovato, sul posto sono intervenuti anche la biologa del Pnalm, dottoressa Latini, la veterinaria del Pnalm, dottoressa Di Pirro e il Nucleo Cinofilo Antiveleno del Pnalm che ha iniziato a ispezionare il territorio per accertare l’eventuale presenza di esche e bocconi avvelenati, non rinvenendo nulla. I controlli del territorio, con i cani antiveleno, continueranno anche nei prossimi giorni” si legge nel post pubblicato sui social dallo stesso Parco Nazionale Abruzzo, Lazio e Molise.

Marina Moretti: