Ortona: attraccata in porto la Life Support con 64 naufraghi

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Alle 7,50 di questa mattina l’attracco in banchina ad Ortona della nave umanitaria Life Support di Emergency: sbarco e accoglienza per 64 profughi salvati nel Mediterraneo

Grazie alle due operazioni di soccorso, avvenute entrambe venerdì 9 agosto, sono state portate al sicuro sulla nave Sar di Emergency in tutto 64 persone. I naufraghi sono originari di Egitto, Siria, Etiopia e Bangladesh, paesi colpiti da guerra, povertà, insicurezza politica ed economica.

C’è anche una mamma con tre minori. 6 i minori non accompagnati, tutti i migranti resteranno nella nostra regione. Riscontrate ustioni e disidratazione durante il salvataggio, ora saranno sottoposti a ulteriori controlli ma stanno meglio.

A bordo della nave Sar di Emergency come soccorritore, per questa missione, è presente anche il navigatore oceanico Ambrogio Beccaria.

“Lungo la rotta, purtroppo abbiamo dovuto richiedere un’evacuazione medica urgente per uno dei naufraghi a bordo, un minore non accompagnato, a causa del peggioramento delle sue condizioni di salute – afferma Laura Pinasco, comandante della Life Support di Emergency -. Per questa operazione avvenuta all’altezza di Roccella Jonica (RC) siamo stati coordinati dal Maritime Rescue Coordination Centre (MRCC) italiano, insieme al CIRM (Centro Internazionale Radio Medico) e alla Guardia Costiera del comune calabrese”.

“Nel tardo pomeriggio di sabato 10 agosto un ragazzo, che aveva già mostrato alcuni segni di una disidratazione importante al momento del soccorso e per i quali era stato trattato, ha cominciato ad avere una serie di crisi epilettiche subentranti – spiega Sauro Forni, infermiere a bordo e responsabile dell’attività medica della Life Support -. Avendo la prospettiva di altri due giorni e mezzo di navigazione si è reso necessario chiedere un’evacuazione medica urgente. In virtù della nostra posizione le autorità ci hanno indicato come contatto utile la Guardia Costiera di Roccella Jonica, che ci ha raggiunti con una motovedetta e un team medico nel giro di due ore. Poco prima delle 2.00 di domenica 11 agosto abbiamo completato il trasbordo del ragazzo, che è stato portato a terra e ora è ricoverato in un ospedale calabrese. La scelta di assegnare un porto lontano espone i naufraghi a ulteriori ingiustificate sofferenze e ritarda il loro accesso a servizi essenziali, per questo, come torniamo a chiedere, dovrebbero essere fatti sbarcare il prima possibile in un porto sicuro”.

“Sono uno studente e vengo da Dhaka, nel mio Paese ci sono molti problemi in questo momento, dal costo della vita alla libertà di espressione e le difficoltà ad avere un’educazione universitaria, per questo molti studenti come me stanno andando via per provare ad avere una carriera altrove – racconta un ragazzo del Bangladesh a bordo -. Io avevo degli ottimi risultati negli studi, ma non riuscivo a vedere un futuro lavorativo per me in Bangladesh, per questo ho deciso di partire. I miei familiari all’inizio non erano contenti me ne andassi, ma poi hanno capito che era la cosa giusta da fare. Da Dhaka sono andato prima a Dubai, poi in Egitto e infine in Libia. Lì ho capito in poco tempo come funzionano le cose per gli stranieri: chiunque passi dalla Libia senza essere libico viene sfruttato e discriminato. Vorrei riuscire a raggiungere mio zio che vive a Roma, e continuare i miei studi fino a prendere una laurea in fisica – conclude -. So che sarà molto difficile ma ci metterò tutto me stesso per farcela. Per ora, l’importante è che sono al sicuro e che fra poche ore arriverò a terra”.

La Life Support, che opera nel Mediterraneo centrale da dicembre 2022, sta per completare la sua 23° missione e sino ad oggi ha soccorso un totale di 1.962 persone.

 

L'autore

Carmine Perantuono
Laureato in Giurisprudenza, è giornalista professionista dal 1997. Ricopre il ruolo di Direttore Responsabile di Rete8.