Ortona: sbarcati 49 migranti salvati dalla Ong Sea Eye, nave sottoposta a fermo amministrativo

Sono sbarcati, pochi minuti prima delle 11, i 49 migranti a bordo della Sea Eye 4: domenica la Ong ha soccorso 17 persone, tra i quali 9 minori non accompagnati, nel tratto di mare tra la Libia orientale e la Tunisia. Poi altri recuperi in mare fino all’attracco in Abruzzo

Oggi, le due unità navali “Sea eye 4” e “Mare go”, impegnate nei giorni scorsi in soccorsi in mare e attualmente ormeggiate rispettivamente nei porti di Ortona e Lampedusa, sono state sottoposte a fermo amministrativo. I provvedimenti sono stati emessi a seguito degli accertamenti effettuati da IMRCC Roma – autorità coordinatrice dei soccorsi – in base al DL 1/2023, convertito nella legge 15/2023 e recante “disposizioni urgenti in materia di transito e sosta nelle acque territoriali delle navi non governative impegnate nelle operazioni di soccorso in mare”.  In particolare, nella giornata odierna, si è provveduto al fermo della nave “Sea Eye 4”, giunta oggi nel porto di Ortona con a bordo 49 migranti, soccorsi su 2 diverse imbarcazioni (il primo evento – che ha interessato 17 migranti – avvenuto in aera SAR libica, il secondo – che ha interessato 32 persone – in area SAR italiana). L’unità, nello specifico, dopo aver effettuato il primo intervento di soccorso in acque libiche, contravveniva all’impartita disposizione di raggiungere nel più breve tempo possibile il porto di Ortona, dirigendo invece su un’altra unità di migranti sulla quale, sotto il coordinamento di IMRCC Roma, stava già dirigendo in soccorso una motovedetta SAR della Guardia Costiera italiana.

Le autorità italiane hanno assegnato il porto di Ortona alla Sea Eye 4 che ha soccorso 17 persone, tra i quali 9 minori non accompagnati, nel tratto di mare tra la Libia orientale e la Tunisia. Sea Eye ha manifestato tutto il suo disappunto per la scelta presa dal Viminale, sottolineando come i migranti saranno costretti ad una nuova traversata. Nel tragitto verso Ortona però il peschereccio è stato impegnato in un altro salvataggio salvando altri 32 adulti di nazionalità bengalesi. Essendo il numero dei migranti esiguo, lo sbarco è stato gestito secondo le modalità operative sperimentate nell’ approdo della Ong spagnola Aita Mari nel febbraio scorso. Approdo al molo nord senza l’utilizzo della struttura di appoggio a Villa Caldari.

Non si tratta del primo sbarco nel porto abruzzese: lo scorso febbraio l’attracco sempre ad Ortona di una imbarcazione con a bordo passeggeri provenienti da Guinea, Mali e Sierra Leone. I migranti erano poi stati in parte divisi tra le quattro province abruzzesi e in parte destinati ad alcuni centri marchigiani e molisani.

 

 

Barbara Orsini: