Padre di Andrea Prospero: “Ditemi chi era mio figlio”

Ancora tante ombre sulla vicenda dello studente di Lanciano Andrea Prospero, trovato senza vita in un appartamento a Perugia. Suo padre Michele chiede ancora tutta la verità.

 

“Vi prego, ditemi chi era mio figlio. Perché quel ragazzo con cinque telefoni, sessanta sim, due carte di credito non sue, che dicono si sia ucciso ingerendo barbiturici, non è il figlio che ho conosciuto per 19 anni. E dunque o avevo due figli o le cose qui non tornano”

E’ l’appello del padre di Andrea Prospero, lo studente universitario di Lanciano (Chieti) che frequentava Informatica all’Università Studi di Perugia dove è stato trovato morto in un appartamento del centro. Michele Prospero lo ha detto parlando con Repubblica alla quale ha tra l’altro detto:

“Non credo affatto che mio figlio si sia tolto la vita”. “O lo hanno ucciso o – ha aggiunto -, al massimo, lo hanno indotto a farlo. Spero che l’autopsia faccia venire alla luce la verità. È chiaro che Andrea deve essere finito in qualche brutto giro di cui davvero nessuno di noi ha mai avuto nessun sentore. Quale che sia la verità, anche la peggiore, io ho bisogno di saperla per andare avanti”.

Intanto a giorni dovrebbero concludersi le indagini sui cellulari, le sim e il pc di Andrea Prospero, lo studente di Lanciano trovato morto nella casa di Perugia lo scorso 29 gennaio. Lo conferma Carlo Pacelli, uno dei legali che seguono le vicende per la famiglia: solo dopo l’acquisizione di queste informazioni, spiega l’avvocato sarà possibile fare un quadro più chiaro della vicenda, anche alla luce del disperato appello che il padre Michele sta da tempo trasmettendo all’esterno, ossia ‘fateci capire che è successo’. Confermate dall’autopsia le cause della morte di Andrea dovute ad assunzione di farmaci, la famiglia chiede di conoscere la ‘vita segreta’ del figlio, ma, come spiega Pacelli

“Solo al termine di quelle indagini sui supporti potremo iniziare a fare delle ipotesi più concrete su base indiziaria. Fino ad ora non ne è possibile una, visto che anche le nostre private indagini non hanno rivelato alcunchè di così anomali nel comportamento di Andrea, nè riferito di stati depressivi così evidenti”.