Torna ad esporre all’Aquila Pasquale Piccari con nuovi lavori e nuove ricerche estetiche. Nuove opere dove l’artista esplora l’infinito e variegato mondo dell’uso di diversi materiali e tecniche, nascono così quadri sempre astratti, ma questa d’ altronde è la cifra stilistica di Piccari, ma che spesso rivelano visioni oniriche e dai contorni realistici.
Polimaterico è il titolo della personale che aprirà il prossimo venti agosto nei suggestivi spazi del rinascimentale cortile di Palazzo Bonanni all’ Aquila. Il percorso espositivo che si snoda tra gli archi a tutto sesto e gli spazi a crociera ci offre un’ampia panoramica del lavoro di Piccari che ha sempre usato la pittura come rifugio, come modo per estraniarsi dagli obblighi e dalle incombenze della quotidianità. Dopo gli studi artistici Pasquale Piccari, infatti, abbandona questa carriera per seguire quella più sicura e tranquilla di dipendente della Asl, ma l’amore e la passione per la pittura, per il cromatismo, per la matericità del colore non l’hai mai abbandonato, tanto che dopo anni ed anni di creatività è nato il desiderio di iniziare ad esporre. In questa nuova mostra, dopo quella svoltasi a Palazzetto dei Nobili sempre all’ Aquila nel 2016, il percorso racconta l’amore di Pasquale Piccari per il colore denso e pastoso, quasi sempre puro e materici; sono esposti grandi quadri dove la tavola o il compensato sorreggono tele, stoffe, iute intrise fino all’ inverosimile di tinta. Un colore corposo che assume toni stridenti e contrastanti oppure si legge in passaggi tonali e delicati. L’immagine che si forma può dare l’illusione di una figurazione, invece no, le opere di Piccari sono puro astrattismo, puro gioco di cromie e luminosità; non c’è nessun riferimento alla natura e all’ immagine in quanto racconto, tutto è solo e soltanto visione ed emozione che la visione di questa danza incessante di colori, comunica. Si capisce, guardando queste opere, che Pasquale Piccari conosce ed ha assimilato i grandi maestri delle avanguardie del novecento, quelle correnti che hanno cambiato il corso della storia dell’arte, ma nei suoi quadri queste conoscenze vengono fagocitate dalla gioia e dalla bellezza di poter lasciare a briglia sciolta la fantasia. Ed allora anche lo spettatore guardando queste creazioni avrà la stessa identica sensazione quella di una libertà indispensabile e quasi necessaria quando ci si confronta con un’opera d’arte. L’organizzazione della mostra e lo stesso artista ringraziano per la disponibilità la Famiglia Bonanni d’Ocre ed in particolare il Prof. Michele Bonanni.