Patrimonio Sotirco ed Architettonico, il Comnsiglio Comunale di Pescara dice si agli ambiti. Approvata stamani dal Consiglio Comunale la Variante al PRG per la tutela del patrimonio storico ed architettonico della città di Pescara.
In estrema sintesi, dopo un percorso lungo e laborioso da parte dell’apparato tecnico dell’Ente, a cui hanno contribuito diverse professionalità del settore urbanistico e formativo del territorio e sulla base della lettura del processo di formazione e stratificazione del territorio urbano e della letteratura esistente, sono stati perimetrali sette ambiti, contesti storici sui quali si fonda l’attuale impalcatura urbana e storica della città. Si tratta di aree in cui la soglia di attenzione è comunque più alta, su detti ambiti lo sviluppo procederà in modo omogeneo alla loro natura. Questi sono: il Quadrilatero Centrale, Castellammare Nord, Castellammare Ville, Portanuova, Pineta, gli ambiti dei Piani di Recupero e il nuovo Cento storico.
“E’ stato un percorso lunghissimo e anche accidentato che arriva a definizione grazie ai Consiglieri Comunali e al Sindaco che hanno deliberato in data odierna – così il presidente del Consiglio Comunale Antonio Blasioli – e ancora di più i componenti del gruppo di lavoro che è stato rinominato con atto del 3 luglio 2015. Tra questi figurano l’architetto Giuseppe Di Girolamo – funzionario Soprintendenza Beni Architettonici e Paesaggistici per l’Abruzzo; il professor Claudio Varagnoli del Dipartimento Architettura Università D’Annunzio; gli architetti Barbara Ferri e Stefano Cecamore, che gratuitamente, hanno collaborato con i nostri tecnici, la dirigente del Settore Emilia Fino, che ringrazio insieme a Francesca Marzetti e a Paola De Rossi. Come ringrazio lo storico Licio Di Biase, che da Presidente del Consiglio comunale prima di me si è fatto promotore per questa delibera e poi ha avuto la funzione di costante impulso nei miei confronti e nei confronti del Consiglio comunale.
Con ordine del giorno allegato alla Delibera di Consiglio comunale l’Assise si è espressa anche favorevolmente rispetto all’auspicio contenuto nella relazione del Gruppo di lavoro di istituire anche un Osservatorio permanente sul Recupero dell’Edilizia e degli Spazi pubblici nei centri storici per sostenere i processi decisionali del Comune, affinandone le capacità analitiche, progettuali e di controllo. Per questo, l’Osservatorio ha il compito di diffondere informazioni sul centro storico, di fornire servizi a sostegno della pianificazione urbana, e in generale di contribuire ad ottimizzare la gestione operativa degli interventi sul territorio”.“Un passo dovuto – così il sindaco Marco Alessandrini – al fine di dare alla città uno sviluppo consapevole della sua storia e di conservare le memorie architettoniche di cui Pescara eccezionalmente si fa portatrice. Abbiamo lavorato, insieme a tutti i soggetti competenti, per arrivare a un traguardo condiviso e del tutto trasversale, che consentirà la tutela e indirizzerà lo sviluppo urbanistico di cui Pescara ha bisogno, senza recidere le sue radici e attuando un modello di conservazione evoluto e sostenibile. Un lavoro compiuto insieme, che dovrà proseguire coralmente, mettendo a disposizione le professionalità di tutti ad un fine unico che è la costruzione del futuro urbanistico della nostra città in modo da restituire respiro alla sua storia e ai comparti che hanno bisogno di ripartire”.
Come si è arrivati alla delibera approvata
1) Il percorso ebbe inizio con deliberazione C.C. n. 59 del 1 aprile 2011 “Indirizzi per una variante agli Allegati D “Norme Tecniche di Attuazione e relativi allegati” allegato D1 “Schede sul patrimonio storico e architettonico del P.R.G. di Pescara” con la quale il Consiglio Comunale ha determinato di procedere anche alla rivisitazione del patrimonio storico – architettonico affidando la predisposizione del progetto di variante ad un gruppo di lavoro interno al dipartimento LL.PP. e Gestione del Territorio, coadiuvato da professionisti esterni.
2) Con proprio atto n. 45 del 14.03.2014 “Adozione variante P.R.G.Revisione Allegato 01 Schede sul patrimonio storico e architettonico del P.R.G. di Pescara e variante specifica art. 29 N.T.A.” l il Consiglio Comunale adottava apposita variante al P.R.G. conseguente alla rivisitazione delle schede del patrimonio storico-architettonico.
3) La pregevole attività svolta è consistita in un nuovo censimento del patrimonio costruito esistente estendendolo a tutto il territorio comunale, a differenza di quanto era stato fatto dal prof. Bartolini Salimbeni per il vecchio piano regolatore adottato nel 1993.
4) Gli edifici schedati appartengono principalmente ad un periodo che va dalla fine del XVII secolo all’età della ricostruzione post-bellica, cioè almeno fino al piano di ricostruzione di Piccinato del 1945, con alcune limitate eccezioni legate alle recenti discussioni sulla tutela a Pescara (v. ad esempio l’inserimento del Mercato Coperto di L.go Scurti del 1954 ss., Villa Agresti, eccetera).
5) Per tanto in qualche modo lo studio, che ha prodotto la variante al PRG, aveva già cercato di contestualizzare gli immobili individuati come “A- storici” all’interno di ambiti urbani, ma non è stato sufficiente a preservare quest’ultima dall’annullamento del TAR che con sentenze 44, 45,46 e 47 del 2015 la dichiarava illegittima. Nelle motivazioni di diritto, il TAR ha richiamato principi di competenza legislativa statale in materia di apposizione di vincoli storico-architettonici su edifici, principi che con sentenza n. 6290 del 14/10/2014 il Consiglio di Stato aveva evidenziato sulla questione “Villa Agresti”.
6) Il Consiglio Comunale con deliberazione n.16 del 13 marzo 2015 ha ritenuto di prendere atto dell’annullamento e contestualmente, attraverso un ordine del giorno, ricostituire il gruppo di lavoro al fine di revisionare e soprattutto motivare il lavoro oggetto della deliberazione 45/2014. Il 3 luglio 2015 veniva ricostituito il gruppo di lavoro.
7) Il gruppo si è riunito ha acquisito informazioni presso altri comuni, ha svolto approfondimenti giurisprudenziali ed ha rivisitato con un’ottica diversa le schede, evidenziando non tanto il valore dell’immobile ex se, ma il soddisfacimento di esigenze urbanistiche evidenziate dal carattere qualificante che il singolo immobile assume nel contesto dell’assetto territoriale. Per tanto si è valutato l’edificio come parte di una zona omogenea.
8) La variante al PRG è ritornata oggi in Consiglio Comunale ed è stata adottata, avendo superato, inoltre, il vizio formale (la microzonazione) contestato dal TAR.
Cosa prevede la variante
Definizioni ambiti e non indicazione puntuale. Il gruppo di lavoro ha individuato i contesti urbani più significativi per le peculiarità del tessuto urbano caratterizzato da un corretto rapporto tra fabbricati e spazi pubblici e privati e particolari valori di contesto e la salvaguardia di alcuni nuclei storici legati all’identità rurale delle aree più interne del territorio. Sono stati quindi perimetrati, sulla base della lettura del processo di formazione e stratificazione del territorio urbano e della letteratura esistente, i contesti storici sui quali si fonda l’attuale impalcatura urbana e storica della città. Ne risultano i seguenti contesti o ambiti storici: Quadrilatero Centrale, Castellammare Nord, Castellammare Ville, Portanuova, Pineta, gli ambiti dei Piani di Recupero e il nuovo Cento storico meglio descritti di seguito. Si tratta di aree in cui esistono, oltre agli edifici schedati, valori di insieme e di contesto che consigliano un affinamento degli strumenti di tutela, per superare, come più volte sottolineato, la logica puntuale, cioè edificio per edificio, della tutela del patrimonio storico architettonico della città. Si tratta quindi di ambiti che valgano come altrettanti nuclei storici della città, che hanno avuto un ruolo formativo nel processo evolutivo della città (borgo del Santuario, nucleo di Castellammare), o che rivestono un carattere di unitarietà perseguito fin dal progetto (rione Pineta, complesso delle case dei ferrovieri): o che infine hanno assunto storicamente decisi caratteri di riconoscibilità a fronte di modelli insediativi differenti (borgo Marino sud); o infine hanno assunto il valore di “città consolidata” cioè un insieme urbano che non può dirsi storico nel senso comune dell’espressione, per il ciclo di vita ancora relativamente breve e per la scarsità di sovrapposizioni e di stratificazioni, ma che assume ormai il ruolo e il valore, anche in senso estetico, di un contesto in gran parte unitario (il “quadrilatero” tra le vie F. De Sanctis, c.so Vittorio Emanuele, v. Venezia, Lungomare).
Innanzitutto gli ambiti vanno intesi come aree in cui la soglia di attenzione è comunque più alta e dove esiste un contesto capace di dare valore a edifici o residui non sempre percepiti nella loro effettiva consistenza. Potrebbe trattarsi, ad esempio, di semplici case in mattoni a faccia vista dall’apparenza dimessa, che però inseriti nel contesto della Castellammare storica siano riferibili a dépendances di importanti ville fine secolo.
Modifica NTA. La variante modifica gli artt. 29, 39 e 61 delle NTA del PRG al fine di consentire il cambio di destinazioni d’uso anche nelle sottozone “A1– Organismi edilizi aventi sostanziale unità tipologica e strutturale, nonché caratteristiche di omogeneità e qualità formate tali da configurarsi come significativa testimonianza di un orientamento stilistico e di una fase storica”, di semplificare l’interpretazione e applicabilità degli interventi consentiti nella sottozona “A2 – Organismi edilizi che, pur conservando elementi formali, tipologici e strutturali di interesse storico e ambientale, hanno subito trasformazioni e modifiche”, di valorizzare il patrimonio con valore storico architettonico incentivando anche la realizzazione di spazi d’interesse pubblico e di introdurre immobili G1, rappresentativi del’impianto originario dell’ambito di riferimento, per i quali, in caso di interventi di demolizione e ricostruzione degli edifici, sarà necessario mantenere l’impianto originario.
Individuazione dell’ insediamento storico A0 “Madonna dei Sette dolori”
L’ambito, che mantiene l’aspetto originario di un borgo rurale sviluppatosi attorno alla Basilica e al Convento, costituito da case a due piani con scala esterna e ballatoio di accesso, tipologia costruttiva tipica delle case contadine. Pertanto, al fine di preservare le caratteristiche morfologiche, tipologiche ed edilizie di tale ambito identitario, la Variante al PRG in oggetto ha zonizzato le aree come Sottozona A0 disciplinata dall’art. 29 delle NTA “3. La sottozona A0 é la parte antica della città, individuata nella tavola di zonizzazione del P.R.G. . Tale sottozona é sottoposta a piano di recupero di iniziativa pubblica (P.R.P.E)”.