Si può essere contro o favore, ma una cosa è certa: esiste una volontà popolare ed è da lì che bisogna ripartire per realizzare la Nuova Pescara, o qualsiasi nome si intenda dare al mega Comune che dovrebbe nascere entro il 2019.
Magari la volontà popolare non coincide con un plebiscito, ma i numeri emersi dalla consultazione referendaria del 25 maggio 2014 sono comunque significativi, visto che parliamo di 62348 favorevoli e 34895 sfavorevoli ad un comune unico che accorpi Pescara, Montesilvano e Spoltore. E siccome non si può prendere un risultato solo quando piace, è tempo di fare i conti con quella maggioranza che la Nuova Pescara la vuole. Questa la ragione che ha spinto il Partito democratico di Pescara ad immaginare una sorta di comitato esplorativo cui spetta il compito di riflettere sul modo migliore per attuare il risultato delle urne. (Ricordiamo che a Pescara vinse SI con 46.280 voti, contro 19.538 a sfavore. Ha vinto il SI anche a Montesilvano, con 11.176 voti contro 10.685 a sfavore, e a Spoltore, con 4.892 voti contro 4.672 contrari. Non tutti però sembrano convinti, e l’idea che entro il 2019 si andrà alle urne per eleggere un’unica amministrazione ancora non va giù al sindaco di Spoltore, Luciano Di Lorito. Intanto ieri, nella riunione del PD, è spuntata fuori l’ipotesi di un cambio di nome, che non potrà essere né Nuova Pescara né, ovviamente, Nuova Spoltore o Nuova Montesilvano. Chissà se basterà a convincere i rispettivi sindaci Di Lorito e Maragno.