“Personalmente mi sento particolarmente coinvolto e immerso in questo dono perché anche io faccio parte della chiesa aquilana: sono, infatti, nato a Pizzoli. Alla fonte battesimale della chiesa di S. Stefano ho ricevuto il dono della fede, testimoniatami con semplicità dai miei genitori. Ed è il nostro popolo abruzzese che mi ha insegnato a vivere – con i piedi ben piantati per terra – la bellezza e la complessità dell’esistenza”. È uno dei primi passaggi dell’omelia del cardinale Enrico Feroci, alla Messa di apertura della Porta Santa di S.Maria di Collemaggio all’Aquila momento culminante della 727/a Perdonanza Celestiniana.
Anche quest’anno la diretta targata Rete8. Secondo il cardinale Feroci Papa Celestino V “ci ha lasciato il dono centrale della fede, la possibilità di attingere alla misericordia di Dio, in modo speciale in questo giorno, in ogni anno, finché entreremo nella visione di Dio”. “Prendendo in mano la Bolla celestiniana – spiega – ho subito avvertito come sia di una attualità sconcertante. Dice Papa Celestino, che fa questo dono ‘a coloro che cercano Dio’: costoro ‘troveranno Dio attraverso i tesori della Chiesa’. Presuppone che gli uomini siano cercatori di Dio e cioè persone che sentono ed hanno la coscienza della pochezza dell’uomo e sperimentano la povertà esistenziale della propria vita. Non c’è domani e non c’è futuro senza un orizzonte infinito che è Dio stesso”.
Riferendosi alla scelta di Papa Celestino che la celebrazione del Perdono avvenisse nella memoria della morte di S. Giovanni Battista, il cardinale ha spiegato che quell’episodio “forse lo ha avvertito come uno dei peccati più gravi e ancora tanto presenti al suo tempo e, noi possiamo dire, anche nel nostro tempo: sacrificare, cioè, l’uomo al potere”. “Abbiamo la sensazione che le cose siano più importanti dell’uomo, dei rapporti di amicizia e che creano guerre anche intrafamiliari, anche all’interno della famiglia e nella Chiesa. Papa Celestino, consapevole di questo, nonostante tutto, torna però sul grande tema dell’Incarnazione: ‘Dio ha tanto amato il mondo da dare suo figlio'”.
“L’obiettivo finale del Giubileo – sottolinea ancora il cardinale Enrico Feroci che per concludere l’omelia ha recitato una preghiera di Papa Celestino – è ricordare l’opera di Dio. L’amore con cui il Padre desidera sradicare dal ‘cuore’ dell’uomo l’egoismo, l’avidità, lo sfruttamento, l’avarizia, la superbia. Condivido con voi una frase di uno scrittore della nostra terra che proprio su Papa Celestino scrive ‘l’avventura di un povero cristiano’: Ignazio Silone. ‘Ho fiducia nell’uomo che accetta il dolore e lo trasforma in coraggio morale’.
La Porta Santa della basilica di Santa Maria di Collemaggio tornerà a chiudersi questa sera.
Saranno il sindaco Biondi e il cardinale Giuseppe Petrocchi, arcivescovo dell’Aquila, ad accompagnare la cerimonia di chiusura del Giubileo aquilano voluto da Papa Celestino V.
Alle 19.30 circa la Bolla del Perdono partirà dalla basilica di San Bernardino. L’accompagneranno il sindaco Biondi, il presidente del Consiglio comunale, Roberto Tinari, le Dame della Bolla e della Croce, il Giovin Signore, l’araldo civico con il gonfalone storico dell’Aquila e due carabinieri in alta uniforme di scorta. Il cammino terminerà a palazzo Fibbioni, sede principale del Comune, e ai lati di via San Bernardino saranno schierati alcuni gruppi storici in costume.