“I ritardi nella messa in opera degli interventi di manutenzione ordinaria hanno causato un’estensione del degrado a volte sproporzionata alla causa d’innesco fisiologica con conseguente macroscopicità della diffusione dei difetti pur spesso cosmetici e non sostanziali per la sicurezza e relativo incremento dei costi di ripristino”
In questo passaggio della relazione l’ingegnere Bernardino Chiaia, docente del Politecnico di Torino, consulente del Gup del Tribunale dell’Aquila, Guendalina Buccella, nell’ambito dell’inchiesta della Procura della repubblica dell’Aquila sullo stato dei viadotti nel tratto aquilano delle A24 e A25, non sottolinea solo che le infrastrutture pubbliche gestite dalla concessionaria Strada dei Parchi sono sicure staticamente ma che il loro ripristino con i lavori di manutenzione ordinaria che per lo stesso esperto “sono in ritardo” non comporteranno costi superiori rispetto alla data in cui dovranno essere effettuate.
Quindi non c’è né danno erariale né la volontà del concessionario di procrastinare gli interventi per incassare più fondi. Inoltre, dalla perizia emerge che l’opera autostradale non ha perso il suo valore originario. Quanto dichiarato da Chiaia peserà a favore di Strada dei Parchi nel corso della udienza preliminare al tribunale dell’Aquila che dovrà stabilire se rinviare a giudizio o archiviare le posizioni di Carlo Toto, imprenditore pescarese patron della Toto Holding che controlla Sdp, di Gianfranco Rapposelli, amministratore delegato di Infraengineering, Igino Lai, direttore generale di esercizio di Strada dei Parchi, e Cesare Ramadori, amministratore delegato di Strada dei Parchi. Gli indagati sono accusati di attentato alla sicurezza e non corretta custodia e gestione delle A24 e A25. Sdp, da anni in contenzioso con il ministero per le Infrastrutture e la mobilità sostenibili (Mims), sta effettuando interventi sulla rete, ad esempio sono stati abbattuti cinque viadotti di cui già riaperti. La concessionaria presenterà il pronunciamento di Chiaia anche in sede ministeriale soprattutto nella vicenda della richiesta della revoca anticipata in danno della gestione nella quale il Mims contesta anche la sicurezza di ponti e viadotti.