La zona di Pescara nota come Rancitelli è finita più volte nelle cronache, anche nazionali, ma sono tanti i residenti che vorrebbero sradicare il degrado, anche se temono ritorsioni
Ormai c’è anche la paura di parlare e denunciare, mettendoci la faccia, per il timore di incappare in ritorsioni: e così i residenti di via Lago di Capestrano a Pescara lasciano che a parlare siano le immagini, che raccontano l’ennesima storia di degrado nel quartiere Rancitelli, tristemente noto alle cronache per vicende legate alla criminalità dello spaccio di droga.
In questa strada, a pochi passi dall’Istituto scolastico superiore Manthoné, ci si buca e prostituisce anche di giorno, come denuncia al Tg8 il vicepresidente del Consiglio regionale, Domenico Pettinari, che chiede un presidio militare, come avvenne anni fa a Fontanelle.
Per il consigliere regionale Pettinari l’intervento delle forze dell’ordine aiuterebbe i residenti a sentirsi più protetti anche dal rischio di eventuali ritorsioni, nei confronti di chi, esasperato, decide di denunciare anonimamente i problemi di una quotidianità difficile da vivere.
“Qui ci si droga e prostituisce di notte e di giorno. – denuncia un cittadino che chiede di non essere inquadrato dalla telecamera del Tg8 – Dopo l’abbattimento del Ferro di cavallo una struttura privata è stata occupata ed è diventata luogo di bivacchi anche in pieno giorno. Dal balcone di casa mia ogni volta che mi affaccio c’è qualcuno che si droga, spaccia o si prostituisce, ma la cosa che più mi sconcerta è che da quando si è aperta la scuola, nessuno è venuto a controllare, tanto che ora ogni mattina studenti, insegnanti e genitori si trovano davanti questo spettacolo devastante”.