Intervenire per prestare soccorso ad una persona in arresto cardiaco nella sua abitazione e venire aggrediti senza motivo: è quanto accaduto domenica sera al personale di un’ambulanza a Pescara
Un atto vile e ingiustificabile che ha coinvolto l’equipaggio (medico, infermiere e autista) del mezzo medicalizzato, giunto sul posto allertato da una telefonata. Al rifiuto del paziente di farsi prestare le cure, il personale del 118 decide di andare via ma sulle scale si consuma l’aggressione di alcuni familiari dell’uomo con pugni e calci.
“Con profonda indignazione e tristezza – scrivono il direttore generale Vero Michitelli e il direttore del dipartimento Urgenza emergenza Aurelio Soldano – apprendiamo l’episodio di violenza che ha visto come vittime l’equipaggio del 118, intervenuto per soccorrere una persona che, secondo quanto dichiarato dal chiamante, era in arresto cardiaco. Esprimiamo la nostra massima solidarietà al medico, all’infermiere e all’autista che, durante l’espletamento del loro delicato e fondamentale lavoro, sono stati brutalmente aggrediti dalla persona soccorsa e dai suoi familiari”.
“Un atto vile e ingiustificabile – aggiungono i vertici della Asl – che offende non solo la professionalità di chi ogni giorno si impegna per salvare vite umane, ma anche i principi di civiltà e rispetto che dovrebbero essere alla base della nostra società. La violenza contro il personale sanitario è un fenomeno inaccettabile”.