Pescara: tamponi e vaccini per i profughi ucraini, le loro storie. Inizialmente a Palazzo Fuksas, dove fino a questa mattina i profughi Ucraini sono giunti per i tamponi e i vaccini anti covid, tra storie e lacrime. Poi ci si sposterà nella sede di Portanuova prima di essere smistati nelle rispettive destinazioni.
Il Polo comunale di Palazzo Fuksas da domani sarà destinato esclusivamente alla vaccinazioni anti-Covid, mentre i locali della stazione di Pescara Porta Nuova saranno adibiti alla prima accoglienza e all’esecuzione dei tamponi per quanti giungeranno a Pescara dall’Ucraina. E’ quanto è emerso dalla riunione svoltasi questa mattina in Prefettura e alla quale hanno partecipato, tra gli altri, il sindaco di Pescara Carlo Masci, l’assessore alla Protezione Civile Eugenio Seccia e il comandante della Polizia Municipale Danilo Palestini.
“Il centro vaccinale a palazzo Fuksas – ha affermato l’assessore alla Protezione Civile Eugenio Seccia – continuerà a operare nel rispetto dell‘indirizzo per il quale ci è stato concesso, ossia per l’espletamento delle funzioni sanitarie. Per questo colgo ancora l’occasione per ringraziare la famiglia De Cecco. Visto però l‘incremento degli arrivi che stiamo registrando in queste ore di profughi dall’Ucraina, stiamo allestendo un check-in per il controllo sanitario – quindi per eseguire i tamponi – e per quello giudiziario su coloro che giungeranno in città”.
Presso i locali di proprietà comunale alla stazione di Porta Nuova i bambini in particolare potranno inoltre ricevere una colazione e, una volta eseguita la verifica delle posizioni sanitarie e giudiziarie dei cittadini ucraini, tutti saranno prima smistati presso la Caritas, per essere rifocillati, e quindi presso strutture in convenzione dove saranno alloggiati. Diverso è il discorso per quanti potranno riunirsi a parenti e amici già domiciliati sul territorio provinciale prima del conflitto.
L’amministrazione comunale ha intanto riavviato l’attività del Coc (Centro operativo comunale) che fungerà da hub di coordinamento sanitario e logistico per l’intero territorio provinciale.
“Vogliamo agire garantendo la sicurezza sanitaria e sociale a Pescara – ha concluso Seccia – Un forte ringraziamento va rivolto alla Protezione civile, alla Polizia municipale, alla Caritas e alla Asl di Pescara. Sono grato alla Prefettura per l’importante funzione di raccordo a livello provinciale”.
Arrivano alla spicciolata i profughi ucraini, perlopiù donne e bambini, a Palazzo Fuksas a Pescara, dove sono sottoposti a tamponi e vaccini anti Covid e anche identificati, in seguito vengono rifocillati alla Cittadella della Caritas prima di essere collocati in hotel, ricongiungersi ai connazionali presenti in Abruzzo o ospitati da famiglie italiane, il tutto, spiega l’assessore alla Protezione Civile, Eugenio Seccia, deve però essere comunicato al Coc, il Centro Operativo Comunale. Pescara, spiega ancora Seccia, è punto di riferimento provinciale. Si incrociano storie, lacrime, ricordi e speranze. Viktoria in Inglese ci dice che ama il suo Paese, suo marito che sta combattendo, che vuole tornare in Ucraina ma sa che non è possibile. Irina vive da 10 anni in Italia, ha accolto la sua famiglia che dopo due giorni di viaggio dall’Ucraina è giunta in Italia, racconta che gli uomini dai 18 ai 60 anni devono combattere e che la guerra si fa sempre più cruenta con la morte di civili e di giovani soldati, mentre i confini sono sempre più presi d’assalto. Dopo una riunione in Prefettura si è disposto un centro a Pescara Portanuova dove i profughi che arrivano saranno sottoposti a tampone e vaccino dalla Asl, identificati e poi potranno essere sistemati. I volti delle donne ucraine, ancora con le immagini delle bombe negli occhi e un grazia da parte loro a tutto il popolo italiano per l’aiuto che sta dando.