La rinuncia del Comune di Pescara alla ‘Città della musica’: per Domenico Pettinari così si mettono a rischio i fondi già stanziati
Conferenza stampa oggi a Pescara di Domenico Pettinari, presidente del Movimento Politico ‘Pettinari per l’Abruzzo’, per accendere i riflettori sulla ‘Città della musica’ che avrebbe dovuto vedere la luce a Pescara, nell’area dell’ex inceneritore, ma che non è mai stata completata.
“Con Delibera di Giunta n. 615 del 24.09.2019, – spiega Pettinari nel dettaglio – veniva approvato il progetto definitivo ‘Riqualificazione area ex inceneritore comunale – Città della musica Realizzazione laboratori e aule didattiche’, con fondi pari a 1 milione di euro concessi dalla Regione Abruzzo attraverso il Masterplan Abruzzo.
Con successiva Determina Dirigenziale n. 830 del 22.06.2020, venivano aggiudicati i lavori del progetto a seguito di gara di appalto indetta in data 23.12.2019. Con successiva Determina Dirigenziale n. 1590 del 17.11.2021, venivano affidati direttamente alla stessa ditta vincitrice dell’appalto ulteriori lavori propedeutici alla realizzazione dell’opera. Il contratto per la realizzazione dei lavori veniva stipulato con la ditta in data 21.10.2020.
Successivamente, in data 15.02.2023, con Determina Dirigenziale n. 212, veniva disposto il recesso dal contratto per i lavori, per intervenute problematiche nel progetto sollevate dalla Ditta assegnataria dell’appalto che non procedeva alla presa in consegna e all’inizio dei lavori poiché ritenute, dalla stessa, non sanate, nonostante il Comune avesse più volte sollecitato la stessa ditta, attraverso una corposa corrispondenza dalla firma del contratto nel dicembre del 2020, riconoscendo alla stessa un rimborso per le spese sostenute pari ad euro 4.045,44.
Con atto di Determina Dirigenziale n. 1249 del 22.06.2023, veniva affidato alla Società già affidataria dell’incarico di progettazione dell’intervento, l’incarico di revisione del progetto definitivo/esecutivo per un importo complessivo pari ad euro 3.806,40.
Successivamente, con Delibera di Giunta n. 88 del 20.02.2025, l’Amministrazione comunale adottava la rinuncia al progetto di realizzazione della ‘Città della Musica, ai fini della salvaguardia del superiore interesse pubblico alla sicurezza idraulica, in quanto il Comune di Pescara prendeva atto della nuova perimetrazione delle aree a rischio idraulico stabilita dal Piano Stralcio Difesa Alluvioni – P.S.D.A., approvate dall’Autorità di Bacino Distrettuale dell’Appennino Centrale nel 20.12.2019 (!!!) e recepite dalla Regione Abruzzo in data 25.03.2020, giorno dell’entrata in vigore del nuovo Piano, che includeva l’area oggetto dell’intervento a zona di pericolosità idraulica molto elevata – P4, per la maggior parte del sito e a zona di pericolosità idraulica elevata – P3, per la restante piccola porzione dell’area.
Sempre con la D.G. n. 88/2025, l’Amministrazione comunale, decideva di richiedere alla Regione Abruzzo di destinare comunque parte del contributo, pari a 1 milione di euro del Masterplan, per la copertura delle spese di consulenza tecnica comunque sostenute sino ad allora e di riprogrammare la restante somma per altri progetti sul territorio comunale.
Ora noi ci chiediamo: perché il Comune di Pescara si accorge del superiore interesse pubblico alla sicurezza idraulica solo nel febbraio 2025, 5 anni dopo (!!!), visto che il P.S.D.A. era entrato in vigore sin dal 25.03.2020? Perché il Comune non ha sospeso l’aggiudicazione dei lavori avvenuta nel giugno 2020, dopo l’entrata in vigore del P.S.D.A., ma ha preferito continuare a portare avanti il progetto, addirittura sollecitando la Ditta aggiudicataria della gara di appalto dei lavori a prendere in consegna e iniziare i lavori dalla firma del contratto nell’ottobre del 2020 fino al febbraio del 2023, giorno della rescissione del contratto, nel frattempo elargendo incarichi di consulenza tecnica per quasi 40 mila euro, oltre ai 4 mila euro che alla fine ha dovuto riconoscere alla Ditta per la rescissione del contratto, somme che se non coperte eventualmente dal finanziamento saranno a carico del bilancio comunale? In quel periodo il rischio idraulico pubblico non c’era o si faceva finta di non vederlo e si preferiva continuare a portare avanti un’opera posta in zona ad alto rischio idraulico, con tutte le conseguenze del caso?
Il dilettantismo di quest’Amministrazione comunale continua a fare danni al Comune di Pescara, visto anche che la riprogrammazione del finanziamento di un milione di euro del Masterplan Abruzzo, appare assai complicata considerato che oggi si ha a disposizione solo un anno e mezzo per riprogrammare i fondi, approvare i nuovi progetti, appaltare i lavori ed eseguirli con effettuazione delle spese, in considerazione che l’articolo 242 del Decreto Legge 19 maggio 2020, n. 34, al comma 7, stabilisce la scadenza dei programmi operativi complementari alla programmazione comunitaria 2014/2020 (quindi il Masterplan) al 31 dicembre 2026, con l’elevato rischio che il Comune di Pescara possa perdere il finanziamento”.
IL SERVIZIO DEL TG8
Sulla vicenda riceviamo e pubblichiamo la dichiarazione del sindaco Carlo Masci.
“Abbiamo deciso di rinunciare all’ampliamento della cosiddetta Città della musica perché è un intervento per noi inattuabile e, in conseguenza di ciò, intendiamo chiedere alla Regione Abruzzo di spostare quei fondi Fsc, pari a 1.000.000 di euro, su un altro intervento, vale a dire il risanamento del Teatro d’Annunzio. Cioè, abbiamo preferito non spendere fondi per un intervento che potrebbe risultare altamente problematico, perché da realizzare in una zona a rischio, e di chiedere che quel milione sia dirottato su un progetto assolutamente realizzabile, per il quale abbiamo già una dotazione di 1.180.000 euro che ci è stata assegnata dal Ministero della Cultura, arrivando così a un totale di 2.280.000 euro: fondi che ci permetteranno di riconsegnare alla città il Teatro d’Annunzio nella sua piena efficienza. Questa è l’operazione tanto criticata dall’opposizione: rinunciamo ai fondi regionali destinati a un progetto inattuabile e puntiamo ad utilizzarli per il Teatro d’Annunzio. Lo facciamo nello stesso modo pragmatico con cui abbiamo sbloccato decine di opere e cantieri per i quali si sono spesi oceani di parole inconcludenti, a cominciare dall’area di risulta, dopo 37 anni.
Una premessa è d’obbligo. La Città della musica, nome molto suggestivo creato 25 anni fa per rappresentare quel manufatto che si trova tra il fiume e l’Asse attrezzato, a fianco all’ex cementificio, non è stata mai utilizzata dalle Amministrazioni che si sono succedute per la sua posizione problematica, per la sua particolare conformazione che ne impedisce una fruizione normale e per i vincoli insuperabili che sono presenti in quell’area. È bene ricordare a tutti che quella struttura era l’ex inceneritore, una sorta di grande canna fumaria, un edificio stretto, alto e vuoto. Le precedenti amministrazioni hanno previsto la realizzazione di altri spazi, cioè laboratori e aule didattiche, ma dal 2020 l’area dell’intervento è inclusa nella nuova Carta di pericolosità idraulica, passando da area non vincolata dal Piano stralcio difesa alluvioni a zona di pericolosità idraulica molto elevata P4 e zona di pericolosità idraulica elevata P3. In ragione della “salvaguardia del superiore interesse pubblico alla sicurezza idraulica che non può in alcun modo essere sottovalutato o sottaciuta” abbiamo deciso di soprassedere, evitando di spendere somme per un’opera che appare impossibile da fruire se si tiene conto del criterio della sicurezza.
Nulla di strano, visto che per lo stesso motivo il canile (abusivo) è stato chiuso. All’epoca, quando siamo intervenuti sul canile, la minoranza ci attaccò dicendo che avevamo deciso di smantellarlo perché ci servivano gli spazi per i lavori di ampliamento della Città della musica. Non era così, fu chiarito subito, mettendo in evidenza l’esistenza di vincoli che impedivano qualsiasi intervento, a maggior ragione su una struttura abusiva. Oggi la stessa opposizione sostiene l’esatto contrario di allora, contesta la scelta di non ampliare Città della musica. Il discorso è molto semplice: i vincoli in quella zona impediscono di realizzare nuovi spazi chiusi, e anche i progetti esistenti, non ancora realizzati, hanno grandi difficoltà di realizzazione. Per l’opposizione, che quando governava non ha mai trovato uno sbocco di utilizzo concreto per quell’edificio problematico, avremmo dovuto continuare a spendere soldi pubblici, nonostante tutto. Ma mentre loro dimostrano di saper solo strillare, noi ci affidiamo alla nostra concretezza. E, oltre a chiedere alla Regione di dirottare quelle somme, intendiamo lanciare un avviso pubblico per capire se esistono soggetti interessati a fruire della Città della musica.
Ultimo dato: le uniche somme spese sono quelle relative agli interventi preliminari mentre per il resto non è stato affidato né pagato alcunché dal Comune.
Dispiace che anche su questa vicenda l’opposizione, a Pescara, sia riuscita solo a lanciare allarmi privi di sostanza, accuse infondate, dicendo tutto e il contrario di tutto, con una malafede intellettuale politica che cresce di giorno in giorno, nella speranza molto malriposta che, gridando sempre “al lupo, al lupo”, possa racimolare qualche voto in più”.