A poche ore dal grave episodio avvenuto nel carcere di Chieti (dove un ispettore di Polizia penitenziaria è stato colpito con un pugno al volto da un detenuto nordafricano), a Pescara un detenuto albanese da fuoco alla cella e aggredisce due agenti
Il Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria denuncia un nuovo episodio di violenza che infiamma ulteriormente le strutture detentive dell’Abruzzo. Giuseppe Ninu, segretario per l’Abruzzo del SAPPE, riferisce infatti che martedì, nella Casa circondariale di Pescara, “un detenuto albanese (già protagonista, in passato, di atteggiamenti e comportamenti contrari al mantenimento dell’ordine e della sicurezza durante la detenzione), dopo avere avuto un colloquio con il magistrato di Sorveglianza, rientrava in cella ed appiccava il fuoco al suo intervento. L’immediato e tempestivo intervento del personale di Polizia Penitenziaria ha impedito che potesse appiccarsi un incendio di più vaste proporzioni, con tutti i pericoli che questo avrebbe potuto determinare”. Il sindacalista spiega che “il detenuto è stato spostato in un’altra cella ma questi prima ha tentato di aggredire un Agente e poi ha rifilato vigliaccamente e proditoriamente una testata ad un altro poliziotto, poi portato in Ospedale per trauma cranico e per intossicazione da monossido di carbonio, conseguenza dell’incendio appiccato dal ristretto albanese”.
Ninu non ‘fa sconti’ all’amministrazione penitenziaria: “Ora attendiamo i dovuti provvedimenti che dovrebbero attuarsi in caso di aggressioni ovvero ciò che il Sappe rivendica: il trasferimento dei detenuti, che a Pescara, a Chieti ed in tutta la Regione sono quotidianamente autori di diversi atteggiamenti aggressivi. Portiamo la nostra vicinanza ai poliziotti intervenuti ed aggrediti che hanno dimostrato alta professionalità nonostante le difficoltà dell’evento occorso”. Donato Capece, segretario generale del Sappe, evidenzia che “da tempo, come Sappe, denunciamo le inaccettabili violenze che si verificano nelle carceri della Nazione: dal 2023 si sono registrati 1.760 casi di violenza e 8.164 atti di minaccia, ingiuria, oltraggio e resistenza”.
“Bisogna intervenire con celerità, a tutela dei poliziotti penitenziari, orgoglio non solo del SAPPE e di tutto il Corpo ma dell’intera Nazione”, prosegue, fornendo ulteriori cifre allarmanti: “Nel Distretto penitenziario Lazio-Abruzzo-Molise, nel solo primo quadrimestre del 2024, sono stati registrati una marea di eventi critici tra le sbarre delle carceri: 254 resistenze ed ingiurie, 23 proteste collettive rumorose con battitura, 5 rifiuti di rientro in cella. Ben 91 i poliziotti feriti con prognosi fino a 7 giorni, ai quali bisogna aggiungerne 20 con prognosi fino a 20 giorni”.
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