Il deputato del Pd Luciano D’Alfonso in visita, con una delegazione di giuristi e di esponenti della politica e della cultura, nella Casa circondariale di Pescara, per verificare le condizioni della struttura che presenta alcune rilevanti criticità
La delocalizzazione del carcere di San Donato, che con i suoi 40.000 metri quadrati presenta condizioni non idonee secondo quanto previsto dalla Costituzione in materia di rieducazione della pena, è il primo nodo da sciogliere. “Ho portato dentro di me il carico di un’emozione perché si è lavorato per generare paura che le carceri potessero diventare il luogo del quotidiano” ha dichiarato D’Alfonso al Tg8. “Ho impiegato 10 anni per naturalizzare il rapporto tra me e quel luogo, e oggi me ne voglio occupare come amministratore per consentire la buona vita lì dentro, di chi ci lavora e poi di chi è detenuto”. “Penso anche a progetti di lavori socialmente utili – ha aggiunto ancora Luciano D’Alfonso – colgo l’occasione per chiedere scusa ai tanti miei amici amministratori e collaboratori che sono stati attaccati. Devo chiedere scusa ai sindaci della provincia di Pescara, ai miei collaboratori, ai miei amici che sono finiti indagati in una specie di bolla di sapone, dove non c’era ragione per essere indagati, tant’è che sono stati tutti assolti perché il fatto non sussiste. Hanno colpito loro per colpire me, allora mi chiedo per quale ragione si è dovuto bloccare quel treno in corsa che era città vicina, quell’amministrazione energica, risoluta, decisionista, per fare in modo che i dieci grandi problemi di allora rimanessero in vita. Oggi ripartiamo da qui, dai nodi bloccati che devono essere sciolti e trasformarsi in opportunità”. Ha concluso infine D’Alfonso.