Dopo le osservazioni, i giorni di discussione e gli emendamenti, e dopo la firma di 1300 cittadini contrari al progetto, la delibera alla fine ha ottenuto il sostegno, scontato, della maggioranza: 18 i voti a favore e 10 i contrari
C’è un progetto dell’Ater che prevede la demolizione del Ferro di cavallo di Pescara, ecomostro da oltre un centinaio di appartamenti e noto alveare di criminalità, da sostituire con 2 nuove palazzine – metà degli alloggi e spazi senz’altro più dignitosi.
C’è poi un comitato di cittadini al quale quel progetto non va giù per niente, non la demolizione in sé – approvata da tutti – ma la ricostruzione così come è stata progettata. E c’è, naturalmente, la politica, chiamata a sciogliere i in un senso o nell’altro i brutti nodi di via Tavo e dintorni. Dopo le 643 osservazioni presentate dal comitato per una nuova Rancitelli, respinte in blocco, nell’aula consiliare la minoranza ha voluto alzato l’asticella con una cospicua dose di emendamenti al progetto Ater sostenuto dalla maggioranza. Sotto accusa è la logica del ghetto, cioè la scelta di perpetuare la collocazione delle case popolari nei soliti quartieri, invece di favorire l’integrazione dei cittadini in diverse zone della città. Invece, sostiene l’opposizione, “al netto delle occupazioni abusive, chi versa in difficoltà economiche continua ad essere relegato a San Donato, Rancitelli e altri quartieri difficili”. Inoltre le due palazzine finirebbero per ricreare una piazza chiusa e definita dai suoi abitanti.
Il sindaco Masci non condivide affatto le critiche, contesta la citata densità abitativa della zona e rivendica la cacciata degli abusivi. Costruiremo una piazza bella, sicura, verde e vivibile per tutti – assicura – con uffici e negozi e con una nuova sede Ater, tutte attività che dovrebbero trovare posto ai piani terra delle palazzine. Dopo le osservazioni, i giorni di discussione e gli emendamenti, e dopo la firma di 1300 cittadini contrari al progetto, la delibera alla fine ha ottenuto il sostegno, scontato, della maggioranza: 18 i voti a favore e 10 i contrari. A nulla è servita neanche la mozione che puntava ad ottenere maggiore partecipazione alla stesura del progetto definitivo, presentata dai 5 stelle e sostenuta dal centrosinistra. Bocciata pure quella. Così si torna al punto di partenza, per l’opposizione un’occasione di democrazia persa, per il centrodestra un modo per disegnare il nuovo volto della città.