La Fiera Pescara Sposi nel corso degli anni è diventata la più qualificata Fiera del Wedding dell’Abruzzo e della costa adriatica. Alla sua undicesima edizione vede la nascita di un nuovo format “Sposi Sicuri” che tra le altre cose si propone di far rispettare regole e nuovi protocolli sanitari, tutelando la salute di sposi ed espositori.
E’ quanto si legge in una nota a firma del Dipartimento Famiglia e Pari Opportunità di Fratelli d’Italia della Provincia di Pescara.
Ma le novità per quest’anno non sono finite, nei tabelloni pubblicitari, si legge anche lo slogan “Love is for all”: l’amore è per tutti e non ha religione, età, tempo, razza e genere. L’amore, che sentimento meraviglioso! Accanto a questa scritta si vede un cuore dai colori dell’arcobaleno, e se ci si sofferma a guardare le immagini e i video pubblicitari dell’evento si possono osservare coppie dello stesso sesso che si sposano, si baciano, si scambiano effusioni, e ancora hashtag con le parole inclusività, parità di genere, gay pride, lesbiche, trans, gender, stop omofobia, diritti civili, lgbt, fino ad arrivare al tanto discusso Ddl Zan, e ancora frasi in cui si esorta la società a cambiare se non accetta l’amore: è abbastanza chiaro che il marketing sottostante a questi messaggi è totalmente imbevuto di ideologia LGBTQ.
“Siamo molto imbarazzati, si legge ancora nella nota, nell’apprendere che l’evento è patrocinato dal Comune e dalla Provincia di Pescara, dalla Camera di commercio industria artigianato e agricoltura di Chieti e Pescara e dalla CNA Pescara, che tacitamente o inconsapevolmente, hanno acconsentito ad una strumentalizzazione politica e propagandistica di un evento, importante a livello socio-economico, per un settore tanto penalizzato durante il lockdown, per sostenere ideologie capaci di accelerare la disgregazione della famiglia naturale l’unica tra l’altro ancora riconosciuta dalla nostra Costituzione.
Tutto questo, conclude la nota, potrebbe sembrare una questione banale rispetto a tutto quello che sta accadendo nel mondo oggi, tuttavia non lo è perché si tratta di una parte integrante dello sforzo coordinato di riscrivere la percezione dell’umanità da parte delle lobby LGBTQ a discapito della famiglia naturale e del diritto che ogni bambino ha ad avere una mamma e un papà”.