Droga comodamente a domicilio, come pizze e arrosticini, da Rancitelli ai clienti della cosiddetta Pescara bene. In 5 finiscono in manette nell’ambito dell’operazione di Polizia “Già sai”. Ogni giorno il gruppo smerciava 40gr di cocaina con apposite tariffe in base a distanze, orari e quantitativi minimi. Auto incendiate e intimidazioni per recuperare vecchi crediti
4 in carcere e 1 ai domiciliari i 5 ‘ingegnosi’ spacciatori che da marzo 2020, in pieno lockdown, avevano ideato un sistema di consegna a domicilio di droga. La “roba” partiva dalla piazza di spaccio di Rancitelli per arrivare direttamente e comodamente a casa di clienti del centro città. Un sistema capace di smuovere parecchia sostanza stupefacente in mesi in cui diversamente da così sarebbe stato più complicato e rischioso reperirla. Nel corso dei mesi il sistema di delivery ha acquisito come destinatari anche gli abituali frequentatori della movida pescarese. Un’indagine che ha preso le mosse con gli arresti dei cosiddetti cavalli ossia coloro che materialmente si occupavano della consegna. Nelle parole di commento all’operazione del dirigente Gianluca Di Frischia il senso dello scacco ad un vasto giro di spaccio destinato a crescere in modo esponenziale.
C’erano anche dei complici che fungevano da fattorini, debitamente istruiti, i quali ricevevano le ordinazioni mediante social media o su un sito internet dedicato, attraverso un linguaggio codificato noto anche agli acquirenti.
Ai “cavalli” quotidianamente venivano affidati per la consegna tra i 30 e i 40 gr. di cocaina già suddivisa in singole dosi, disponendo tariffari precisi e quantitativi minimi per le consegne nelle ore notturne.
L’illecita attività di spaccio, come ricostruita dagli inquirenti, sarebbe quantificabile nello smercio di oltre mezzo chilo di cocaina al mese, destinato principalmente allo spaccio al dettaglio per la cosiddetta “Pescara bene”, come risulta anche dai nominativi di alcuni degli acquirenti compiutamente identificati nel corso dell’attività di riscontro.
Il gruppo, pur di difendere il ricco commercio, non avrebbe esitato a ricorrere a intimidazioni e rappresaglie, sia nei confronti dei clienti per recuperare i propri crediti sia nei confronti di presunti concorrenti, come dimostrerebbe, tra l’altro, l’avvenuto incendio di un’autovettura, verosimilmente a scopo intimidatorio.
Le indagini, inoltre, hanno permesso di ottenere precisi elementi che individuerebbero uno dei canali di approvvigionamento dello stupefacente in un pluripregiudicato cinquantunenne il quale, nel corso dell’attività, si sarebbe dimostrato in grado di reperire stupefacente sia del tipo cocaina che hashish.
Confiscati ad uno degli indagati 49mila euro probabile provento dell’attività di spaccio. I reati sono quelli di spaccio di sostanze stupefacenti.
Sequestrata una pistola clandestina Berardinelli V 60 cal. 7,65 ( in foto) probabilmente usata per le minacce e il recupero credito.
Al link che segue la diretta Face del collega Enrico Giancarli direttamente dalla Questura di Pescara: https://fb.watch/9C5Z52fnPs/