Una fiaccolata per dire no alla schiavitù della prostituzione. Il ritrovo è per venerdì prossimo 19 ottobre, alle 20:30, nel piazzale della Stazione Centrale, con conclusione in Piazza Salotto. L’evento, organizzato in occasione della Giornata contro la tratta di esseri umani, è promosso dalla Comunità Papa Giovanni XXIII di don Oreste Benzi, il sacerdote che per primo in Italia ha combattuto la cultura della prostituzione.
La Comunità fondata da don Benzi organizza per il giorno seguente un momento di approfondimento per spiegare le ragioni della sua battaglia contro la prostituzione. L’appuntamento è per sabato 20 ottobre alle ore 16 con il convegno presso la Sala Consiliare del Comune di Pescara – Palazzo di Città. All’incontro parteciperanno l’Arcivescovo Mons. Tommaso Valentinetti, il Presidente della Giovanni XXIII Giovanni Paolo Ramonda, il direttore della Caritas don Marco Pagniello, e l’autrice del libro “Non siamo in vendita. Schiave adolescenti sulla rotta libica” Irene Ciambezi.
«Dietro le apparenze di donne che mostrano la loro bellezza si cela l’orrore di una vera e propria forma di moderna schiavitù. I racconti delle donne accolte nelle nostre case famiglia, riuscite ad uscire dallo sfruttamento della prostituzione, sono terribili. Peggio dei più terribili film. Stupri, violenze, ricatti, minacce alle famiglie d’origine, riti vodoo. Fino alla morte di tante giovani che sono partite da paesi poveri con la speranza di una vita migliore» spiega Giovanni Paolo Ramonda, il successore di don Benzi alla guida della Comunità che quest’anno celebra il 50° anniversario dalla fondazione.
«Se i clienti sapessero quello che vivono realmente queste povere donne, spesso poco più che bambine, sono sicuro che rinuncerebbero a comprare questi corpi – continua Ramonda – I clienti sono complici di questa ingiustizia. Come i magnaccia. Lo stesso Papa Francesco pochi mesi fa ha affermato che “chi va con le prostitute è un criminale, che tortura le donne”».
Si stima che solo in Italia siano tra le 75.000 e le 120.000 le donne costrette a prostituirsi, più di 3 milioni i clienti maschi, per un giro d’affari di milioni di euro. La Comunità Papa Giovanni XXIII ha liberato dalla strada e accolto oltre 7000 ragazze vittime del racket della prostituzione. Ogni settimana è presente con 21 unità di strada e 100 volontari per incontrare le persone che si prostituiscono. Promuove, insieme ad un cartello di associazioni, – tra cui Cisl, Agesci, Azione Cattolica, Forum Famiglie, Rinnovamento dello Spirito – l’iniziativa Questo è il mio Corpo, campagna di liberazione per le vittime della tratta e della prostituzione. La proposta, ispirata al modello nordico, ha l’obiettivo di ridurre sensibilmente il fenomeno colpendo la domanda e sanzionando i clienti delle persone che si prostituiscono.
A prescindere dai riti voodoo, in ambito di prostituzione tra soggetti maggiorenni, mi domando il motivo per il quale a cadere vittime della tratta di persone a sfondo sessuale debbano essere sempre le donne straniere, mentre quelle italiane ne debbano essere quasi esenti, sia in Italia, sia all’estero ed il motivo per il quale i marciapiedi del sesso a pagamento si svuotano durante le vacanze natalizie e pasquali ed ad una certa tarda ora di notte, per non dire di osservare le stesse professioniste con uno smartphone in mano ed anche un’autovettura a disposizione. La risposta a tutto questo è quella che la schiavitù del sesso a pagamento non è molto diffusa.