A finire nel mirino del Gruppo Guardia di Finanza di Pescara è stata una società attiva nel commercio all’ingrosso di PC e software con sede nella provincia di Pescara. Riscontrate anomalie nelle dichiarazioni dei redditi da “evasore totale” dal 2017 al 2019: accertata una base imponibile netta non dichiarata per oltre 1.600.000,00 Euro con un’IVA evasa per oltre 1.400.000,00 Euro.
La società è emersa dalla costante attività di analisi effettuata con le innumerevoli banche dati disponibili, attività che ha consentito di rilevare una serie di anomalie tra le quali la mancata presentazione delle dichiarazioni dei redditi, risultando per le annualità 2017, 2018 e 2019 “evasore totale”.
Da qui è scattato l’alert che ha portato all’avvio di un’approfondita e complessa verifica fiscale. La conseguente attività di indagine è stata condotta sia con la disamina della documentazione contabile acquisita agli atti della verifica, sia con i pertinenti riscontri effettuati con l’ausilio delle varie banche dati in uso al Corpo e non da ultimo mediante i controlli di c.d. “coerenza esterna”, coinvolgendo anche altri Reparti del Corpo su tutto il territorio nazionale.
Nel corso dell’attività di verifica le Fiamme Gialle – a seguito dell’analisi dell’impianto contabile della società – hanno scoperto che la stessa aveva intrattenuto rapporti commerciali con numerose società fornitrici, per la maggior parte evasori totali, società irreperibili, tutte esercenti l’attività di commercio all’ingrosso di prodotti informatici, telefonici e software soprattutto via internet.
La mirata attività di verifica ha consentito di accertare una base imponibile netta non dichiarata per oltre 1.600.000,00 Euro e con un’IVA evasa per oltre 1.400.000,00 Euro.
Nell’ambito della verifica fiscale sono emerse anche violazioni penali-tributarie a seguito delle quali è scattata la denuncia per la legale rappresentante della società: l’art. 2 del D.Lgs. n. 74/2000 – reato di Dichiarazione fraudolenta mediante uso di fatture per operazioni inesistenti, nonché l’art. 5 del medesimo Decreto – reato di Omessa Dichiarazione.
Giova evidenziare che le frodi fiscali, oltre a produrre gli effetti negativi sulle entrate dello Stato, creano degli evidenti effetti distorsivi sulla concorrenza a danno dei contribuenti onesti, considerato che l’evasione delle imposte operata dagli operatori infedeli consente di assumere posizioni di ingiusto vantaggio sul mercato di settore, grazie alla possibilità di praticare prezzi più concorrenziali solo, però, quale risultato degli illeciti tributari perpetrati.