Nella sede di Pescara Portanuova per i rifugiati ucraini c’è una sinergia tra le forze in campo all’insegna della solidarietà e della accoglienza. In questa struttura, sotto il coordinamento del Comune, operano tutti assieme Asl, Polizia Municipale, Protezione Civile, Caritas, Croce Rossa, Polizia e numerosi volontari anche ucraini che, vivendo già in Abruzzo, possono dare una mano ai loro connazionali.
Sono pochi, oggi, nella sede di Pescara Portanuova, i rifugiati ucraini, in particolare donne e bambini, che qui si recano per il riconoscimento, le pratiche e il tampone. “La provincia di Pescara è quella che ha accolto la maggior parte dei profughi per cui ora vengono scelte altre collocazioni”, spiega Antonio De Simone presidente Volontari senza Frontiere, “come Teramo o Giulianova”. Il dottor Mauro Della Guardia precisa che qui si effettuano i tamponi e tutte le procedure sanitarie che consentono di usufruire i servizi medici, mentre per le vaccinazioni ci si deve recare a Palazzo Fuksas.
Olena, ucraina, ormai è di casa, da tanti anni in Italia racconta e raccoglie le storie dei suo connazionali che arrivano qui per sfuggire alla guerra come Margherita che ha lasciato i genitori nel suo Paese, proprio a Kiev. Olena è poco ottimista sul futuro e dice che in Ucraina è sempre peggio.
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