Il Comitato strada parco bene comune, in una nota a firma del rappresentante Ivano Angiolelli, interviene in modo polemico sull’inizio dei lavori lungo l’arteria cittadina.
“Dopo otto anni di fermo cantiere, grazie al sindaco di Pescara, ripartono i lavori della Filovia sulla strada parco all’altezza delle Piscine “Le Naiadi” al confine col Comune di Montesilvano. A giudizio motivato del comitato, si legge sempre nella nota, si tratta di opere parziali illegittime, perché prive del titolo ambientale CCR-VIA, scaduto il 5 novembre 2019 e mai prorogato, insufficienti a completare “a regola d’arte” un impianto BRT (Bus Rapid Transit) che sia idoneo all’esercizio regolare, sicuro, confortevole, economico, efficiente e sostenibile”.
Sempre secondo il comitato sarebbero dei lavori inutili e dannosi oltretutto con un possibile danno erariale dell’intero finanziamento CIPE disponibile di 31 milioni di Euro. A causa della scelta di un vettore sovradimensionato “a guida libera”, sprovvisto quindi di vincoli a terra di assistenza alla guida (vantati ad arte strumentalmente al Consiglio di Stato), che non potrà garantire l’instradamento sicuro sulle corsie ridotte della strada parco, tanto meno l’accostamento a raso alle banchine di fermata indispensabile a favorire l’incarrozzamento degli utenti svantaggiati. Il tracciato è inaccessibile ai portatori di disabilità per la presenza di centinaia di barriere architettoniche insuperabili, per stessa ammissione della stazione appaltante Tua spa Società unica abruzzese di trasporto.
“Le immagini allegate sono emblematiche di quel che accadrà a fine lavori: la circolazione sarà definitivamente interdetta a ciclisti, pedoni, anziani, bambini e disabili, tutti confinati negli spazi angusti che insistono sullo striminzito marciapiede lato monte. Annesso a una pista ciclabile discontinua e promiscua, a beneficio velleitario di un sistema di trasporto rapido di massa che ha smarrito per strada tutte le prerogative degli impianti della specie finanziati allegramente dalla Legge n.211/1992.
Un impianto fallito sin dalla sua ideazione originaria, che risale al lontano 1993, a danno dei cittadini beffati da trent’anni di vane promesse, segnati dal peggior impiego possibile di 31 milioni di denaro pubblico “facile” mal speso. Un giorno assai buio per la Città di Pescara, che incombe sulle angosce della guerra fratricida e della pandemia persistente, benché il Sole primaverile apra i cuori alla speranza. I lavori in parola – sub iudice – dureranno 365 giorni, quindi ben oltre la data del 14 ottobre 2022 fissata dal TAR di Pescara per la sentenza di merito attesa sul ricorso RG 00219/2021. Rileva, al riguardo, l’istanza di prelievo presentata al Tribunale amministrativo il 29 dicembre 2021, con la quale lo Studio legale Di Tonno ha richiesto l’anticipo dell’udienza ai mesi di maggio-giugno corrente anno”. Conclude la nota del comitato.