“Le dichiarazioni del generale Vannacci sono un ritorno al Medioevo: chiediamo le dimissioni della ministra Alessandra Locatelli” che avrebbe difeso “l’indifendibile, assumendo una posizione, per usare un eufemismo, a dir poco morbida”. Lo dichiara in una nota Claudio Ferrante, responsabile dell’ufficio Cgil di Pescara per le politiche sulla disabilità, sulle frasi pronunciate dal generale Roberto Vannacci
La ministra, ricorda Ferrante, ha dichiarato che “chi ha parlato ha poi chiarito qual era il suo pensiero” e ha ribadito che L’Italia si ispira al principio di inclusione scolastica, contenuto nella Convenzione Onu sui diritti delle persone con disabilità. “Crediamo che migliaia di ragazzi e loro famiglie meritino molto più di questa elemosina verbale da un alto rappresentante delle Istituzioni – continua Ferrante – Vannacci, candidato alle Europee con la Lega, ha adottato una strategia elettorale ben precisa: nel bene o nel male, purché se ne parli”.
“Per lui il bene è creare classi scolastiche separate per gli studenti con disabilità, dimenticando o non sapendo il significato dell’inclusione e della disabilità, del valore della diversità come valore di crescita dell’intero gruppo classe. Vannacci -aggiunge l’esponente Cgil – forse dimentica cosa c’è scritto nella Costituzione? Pur candidandosi al parlamento europeo forse non conosce e non sa nemmeno cosa sia e cosa dica la convenzione Onu sui diritti delle persone con disabilità”.
“La ministra per le disabilità Locatelli – interviene il segretario generale Cgil Pescara, Luca Ondifero – poco più di un mese fa aveva dichiarato ‘la Convenzione per noi è un faro che ci guida, in termini di inclusione, diritto alla piena partecipazione alla vita civile, sociale e politica del Paese’. Proprio quella convenzione calpestata, stracciata e insultata dal suo amico di partito candidato alle elezioni europee. La ministra intervenga nuovamente e si dissoci totalmente dalle affermazioni di Vannacci che sembrano provenire dal Medio Evo – insiste Ondifero – Lo faccia senza se e senza ma, perché quando viene messa in dubbio la piena e uguale partecipazione al sistema di istruzione e di inclusione, vengono distrutte le conquiste fatte negli ultimi anni e viene distrutto tutto il percorso culturale nonché il progresso di un Paese civile e democratico”.