Pescara: la personale battaglia di Cruciani contro il politicamente corretto

Sala d’Annunzio dell’Aurum a Pescara stracolma per la presentazione del libro “Via Crux” di Giuseppe Cruciani. Co conduttore de “La Zanzara” su Radio 24 insieme a David Parenzo, Cruciani spiega le ragioni della sua battaglia contro il politicamente corretto.

Da sempre voce di rottura nella nota trasmissione radiofonica “La Zanzara” su Radio 24 insieme al più conciliante David Parenzo, il giornalista romano Giuseppe Cruciani tiene alto l’onore del personaggio che gli ha assicurato grande successo, con un libro destinato a far discutere. Non siamo ai livelli del mondo al contrario di Vannacci, ma per i temi e le tesi che propone sicuramente il suo “Via Crux” non passerà inosservato. Partendo da un assunto più o meno condivisibile, ossia quello secondo il quale siamo accerchiati da un’estremizzazione del bon ton, dall’idea che tutto sommato sia giusto demolire la statua di Indro Montanelli, visto il suo passato in camicia nera, o dell’imposizione del pensiero unico, a svantaggio del libero pensiero e della creatività; più che la strada della conciliazione e dell’equilibrio, Cruciani sceglie quella della contrapposizione. In un Aurum stracolmo per sentirlo parlare, in un incontro organizzato da Gianluca Buccella, editore de “Lacerba”, con la partecipazione della giornalista Alessandra Renzetti e la professoressa Arianna Trosini, Cruciani va a briglie sciolte dichiarando apertamente guerra al politicamente corretto e sostenendo, ad esempio,  tanto per restare in Abruzzo, che se la Regione ha deciso di abbattere 500 cervi, evidentemente aveva le sue buone ragioni, e che doveva proseguire per la sua strada invece di lasciarsi travolgere dall’orda degli ambientalisti estremisti. L’ossessione di non ferire nessuno – scrive nel suo libro – finisce col rendere le persone tutte uguali e false inquinando l’autenticità e la spontaneità dei rapporti:

“Se la mia è una crociata contro il politicamente corretto? – ci dice Cruciani – fondamentalmente si, viviamo in un’epoca dove non si ha più la libertà di dire ciò che si pensa, anche se ciò che si pensa è scomodo, la cultura della cancellazione, l’inclusione a tutti i costi, le parole proibite, la dittatura Lgbt, il nuovo femminismo, l’immigrazione, l’ambientalismo estremo. Siamo tutti ostaggio di un sistema che non ci consente di esprimerci come vogliamo, e questo non va bene. Ci vorrebbe più equilibrio? Dal mio punto di vista no, bisogna contrastare questo ideologismo estremo, e contrapporlo con la creatività e l’individualità”