Pescara Le Naiadi: I conti non tornano, concessionario inadempiente indagato per bancarotta fraudolenta, struttura affidata ad un amministratore unico e 6 dipendenti ingiustamente licenziati, in attesa di risposte.
Un impianto sportivo che l’Europa c’invidia, meta in diversi periodi dell’anno di società e perfino rappresentative nazionali provenienti da ogni dove, per svolgere specifiche preparazioni, per non parlare delle migliaia di utenti che quotidianamente usufruiscono di piscine e palestre. Eppure la struttura, di proprietà della Regione, é già da qualche tempo sotto amministrazione controllata dopo che il gestore, la Progetto Sport di Luciano Di Renzo, non ha rispettato alcune condizioni come la garanzia fideiussoria ed il canone concessorio del 2012. Ma sono altri gli aspetti che Luciano Di Renzo dovrà chiarire alle autorità competenti in principal modo: se é vero che dal 2009, anno in cui ha preso in gestione la struttura, ad oggi gli utenti sono passati da 60 mila a 570 mila, con una media giornaliera di 1500 persone tra piscine, campi di calcetto, palestre, zone spettacoli, bar e ristorazione, sostenendo tariffe, tra l’altro, non proprio popolari, come ci si é arrivati ad una situazione di sofferenza? Cosa c’é dietro la manovra della cassa integrazione per 6 dipendenti poi licenziati? Di Renzo assicura che entro un mese saranno chiariti tutti gli aspetti, ma precisa che la Regione deve comunque alle Naiadi qualcosa come 900 mila euro, cifra di fronte alla quale i 1500 euro che la Progetto Sport deve come quota canone, é al quanto irrisoria. Non la pensano così i sei dipendenti licenziati che da tempo stanno portando avanti una battaglia dura nei confronti della gestione Di Renzo:
“Stando ai documenti in nostro possesso – ci riferisce Manuela Scurti ex dipendente delle naiadi – c’é un parere negativo della ex Giunta Regionale su questo credito perchè relativo a lavori alla struttura non autorizzati, a confermarlo una dichiarazione del Commissario nell’ultima riunione con i creditori, il quale ha smentito l’esistenza di note ufficiali su questo credito. Noi vogliamo solo il ripristino della legalità e soprattutto il nostro posto di lavoro che ci é stato ingiustamente sottratto.”
Altra questione la vicenda legata alle condizioni per mantenere la concessione che, viste le inadempienze, verrebbero totalmente a mancare:
“La Regione ha tutti gli elementi per ritirare la concessione ed avviare un bando europeo per affidare la struttura ad un altro gestore – spiega Roberto Febo altro ex dipendente – il contratto parla chiaro, l’avvocatura regionale é al nostro fianco in questa fase e spero che a breve vengano presi i giusti provvedimenti.”
Intanto, dopo dieci anni di battaglie, solo quest’anno il Club Acquatico, Ex Bustino pallanuoto, può usufruire della struttura per il suo settore giovanile, anche se:
height=315“la mancanza di chiarezza sulle tariffe – precisa Riccardo Fustinoni presidente del Club Acquatico – ed il fatto che vengano decise in base a trattative privatistiche non ci permettono di stabilire con precisione le quote da far pagare mensilmente ai genitori.”