Pescara: l’uomo che ha sparato è in carcere a Pesaro, restano gravi le condizioni del 23enne ferito

L’uomo accusato di aver sparato in centro a Pescara dopo una lite è un 29enne di origini abruzzesi ma emigrato all’estero. È stato bloccato ieri notte dalla Polizia sull’autostrada A14, all’interno dell’area di servizio Metauro, in provincia di Pesaro Urbino, mentre viaggiava a bordo di un taxi in direzione nord. Secondo il suo avvocato, l’uomo ha problemi psichiatrici. Il questore: “La lite scoppiata per i tempi di cottura degli arrosticini”.

Insoddisfazione per la qualità degli arrosticini e per i tempi di attesa . Questi i motivi all’origine della discussione che ieri ha portato il cliente di un ristobar di Pescara a sparare al cuoco di 23 anni. A confermarlo è il questore del capoluogo adriatico, Luigi Liguori, che nel corso di una conferenza stampa ha ricostruito i dettagli della delicata operazione che ha consentito la cattura di un 29enne ora in carcere: il suo nome è Federico Pecorale. Liguori ha sottolineato “l’imprevedibilità” del soggetto, fattore che ha reso estremamente rischioso l’intervento, condotto mentre il presunto aggressore era a bordo di un taxi, diretto all’estero. Gli investigatori, grazie alle telecamere e alle tracce seguite, nel giro di poche ore sono risaliti al 29enne, poi fermato in tarda serata nelle Marche. Intanto, in ospedale, il 23enne “lotta tra la vita e la morte”, ha sottolineato il questore.

Subito dopo l’aggressione, hanno ricostruito gli investigatori, Federico Pecorale, 29 anni, si era rifugiato da alcuni parenti in Abruzzo e successivamente si è allontanato a bordo del taxi. Per evitare che durante l’arresto potessero essere coinvolti il tassista e le persone all’interno dell’area di servizio, gli investigatori hanno rintracciato telefonicamente il tassista, mantenendo il contatto con lui fino all’intervento. Durante la perquisizione, gli agenti hanno sequestrato una pistola semiautomatica: i successivi accertamenti stabiliranno se sia l’arma usata nel locale di piazza Salotto. Pecorale era arrivato il 4 aprile a Pescara e ci sarebbe rimasto fino al 16. Alloggiava in un albergo in centro, non risulta avere precedenti penali né il porto d’armi. “Stanotte mi chiamato la Questura di Pescara per comunicarmi che Federico aveva nominato me: attualmente è nel carcere di Pesaro perchè il fermo è stato effettuato nella zona di competenza del tribunale marchigiano; stanotte è stato identificato a Pescara e poi accompagnato in carcere a Pesaro. Attendiamo l’esito della fissazione dell’udienza di convalida del fermo.” A spiegarlo è l’avvocato Florenzo Coletti, che rappresenta Federico Pecorale, 29 anni, sottoposto a fermo di polizia giudiziaria per il tentato omicidio e il porto dell’arma per avere sparato ieri a un cuoco 23enne in un ristobar di Pescara. “Conosco Federico da diversi anni, oltre che un rapporto professionale a legarci c’è anche un rapporto di amicizia. Federico è originario di Montesilvano ed era emigrato in Svizzera diversi anni fa con la famiglia. Periodicamente viene in Abruzzo e tra l’altro lo avevo incontrato qualche giorno fa quando è venuto a trovarmi in studio per dirmi che si fermava qualche giorno a Pescara”.

“Sto contattando il servizio sanitario svizzero per farmi mandare i documenti perchè il mio assistito ha comunque una problematica psichiatrica”, aggiunge l’avvocato Coletti. “Voglio capire bene che tipo di problematica c’è  per sapere se bisogna richiedere una perizia psichiatrica, se è capace di intendere e volere”.

Il ragazzo ferito, Yelfry Rosado Guzman, 23 anni, originario di Santo Domingo e residente a Chieti, è stato sottoposto ad intervento chirurgico ed è in prognosi riservata. Dovrà essere nuovamente valutato al neurochirurgo.

Riceverà un riconoscimento in occasione delle celebrazioni per la Festa della Polizia, previste per domani, il tassista che ieri ha accompagnato a bordo della sua auto il 29enne in fuga. Il tassista, infatti, è uno dei protagonisti del delicato intervento della Polizia che nella tarda serata di ieri ha portato alla cattura dell’uomo. Il 29enne sottoposto a fermo, dopo l’episodio nel locale di Pescara, ha deciso di tornare all’estero, nel paese in cui vive. Per farlo ha pregato un tassista di accompagnarlo, concordando una cifra elevata. L’attività degli investigatori è stata finalizzata ad intervenire in sicurezza, evitando che il tassista potesse essere preso in ostaggio dall’uomo, ancora armato.
Proprio per questo l’operatore è stato contattato telefonicamente più volte dai poliziotti, facendo in modo che il 29enne non ascoltasse le conversazioni. Il tassista, con la scusa di dover fare carburante, è entrato nell’area di servizio indicata dalle forze dell’ordine, cioè quella di Metauro, in provincia di Pesaro Urbino, sulla autostrada A14. Lì il tassista si è subito allontanato dal mezzo e il 29enne è stato neutralizzato rapidamente dai poliziotti.

 

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