Questa mattina, venerdì 14 aprile, a Pescara, la tavola rotonda sul tema dell’autonomia differenziata e degli effetti su territori, lavoratori e imprese. Incontro promosso dalle organizzazioni datoriali e sindacali dell’Abruzzo
Cos’è l’autonomia differenziata, quali sono le competenze che potrebbero passare alle Regioni, cosa sono i livelli essenziali di prestazione, come verranno definiti ed eventualmente finanziati, e soprattutto quali saranno le conseguenze sui territori, sui lavoratori e sulle imprese?
Ha provato a rispondere a questi interrogativi la tavola rotonda promossa da Agci, Casartigiani, Cia, Claai, Cna, Confapi, Confartigianato, Confcooperative, Confesercenti, Confindustria, Legacoop, Cgil, Cisl, Uil, Ugl, a partire dalle ore 10, all’Auditorium Petruzzi del Museo delle Genti d’Abruzzo di Pescara.
Fina al dibattito delle associazioni datoriali e sindacali sull’autonomia differenziata: “Progetto da contrastare, grave il silenzio di Marsilio”
“È un progetto sbagliato, il cui scopo è quello della secessione del Paese, i territori più ricchi del Nord da quelli del Sud, come l’Abruzzo. Ci batteremo perché non vada in porto. Lo faremo anche per il Presidente Marsilio che tace per ragioni politiche anteponendo, e non è una novità, gli interessi del suo partito a quelli della Regione che amministra. È molto grave”: lo ha detto il senatore Michele Fina, segretario del Partito Democratico abruzzese, intervenendo a Pescara all’evento sull’autonomia differenziata organizzato dalle organizzazioni datoriali e sindacali.
Per Fina “è positivo che ci siano occasioni di approfondimento promosse dalle associazioni, come quella di oggi: la nostra regione è del resto l’unica dove queste si coordinano per promuovere temi di interesse generale. I cittadini devono conoscere i contenuti del provvedimento, va spiegato quello che accadrebbe a servizi come la sanità, la scuola, i trasporti pubblici, su cui si fonda l’unità del Paese. Di certo è da contrastare un progetto come quello dell’autonomia differenziata portato avanti dal governo, a maggior ragione in una fase storica in cui le diseguaglianze del Paese sono sempre più gravi, a cominciare da quelle territoriali. Vanno fatte politiche per ridurle, invece si punta all’autonomia fiscale dei territori, che spaccherebbe definitivamente il Paese”.