Fino al 18 settembre in scena a Pescara l’ottava edizione di CORPOGRAFIE: un festival di danza contemporanea, diretto da Anouscka Brodacz, che vuol raccontare per simboli il mondo come “manifesto” di relazione e di incontro con il corpo che si offre come spazio.
Quest’anno CORPOGRAFIE torna in teatro, dopo l’esperienza all’aperto dello scorso anno a causa delle forti restrizioni da Covid. “Vogliamo così riportare la danza nei suoi luoghi tradizionali come lo Spazio Matta e il Florian Espace per recuperare il rapporto con alcune fasce di pubblico – spiega Anouscka Brodacz – e mantenendo aperto il dialogo con la città e i suoi spazi performativi come Villa Sabucchi”. L’ottava edizione di CORPOGRAFIE rivolge un’attenzione particolare alla drammaturgia della danza e del movimento – nuovo campo di ricerca nell’ambito dei dance studies – con nove serate, fino al 18 settembre, concentrate nei weekend. Tra ospiti internazionali, autori della danza italiana e giovani emergenti CORPOGRAFIE ha sposato l’iniziativa del Collettivo Zona Fucsia di Pescara con cui condividerà e diffonderà il più possibile la raccolta fondi organizzata dalle due associazioni a sostegno delle donne afgane.
Stasera in scena “CIGNO” di e con Loredana Parrella/ Twain physical dance theatre presso lo Spazio Matta. Lo spettacolo nasce dalla necessità di voler indagare le modificazioni prodotte dal trascorrere del tempo. Lo spunto sul quale si basa la ricerca è la miniatura coreografica “La morte del cigno” coreografata da Michael Fokine per la danzatrice Anna Pavlova nel 1907.
Domani, 10 settembre, alle ore 21 e sempre al Matta “UN/DRESS Moving Painting” di Masako Matsushita con Elena Sgarbossa. UN/DRESS Moving Painting è un lavoro in metamorfosi dove la fusione tra corpo e tessuto da vita ad un dipinto in movimento. Mantenendo la naturale modalità dell’atto di vestirsi e svestirsi, UN/DRESS è una performance in costante trasformazione.
Domenica 12 appuntamento a Villa Sabucchi, alle ore 20, con la prima nazionale di A PIU’VOCI- Collettivo di Drammaturgia. Una performance urbana dove la relazione tra corpi danzanti e musica stabilisce una relazione- creazione di una comunità in cui gesti, movimenti e note musicali “risuonano” in un’armonia che delinea la possibilità di ricostruire un immaginario che coinvolge anche lo spettatore.