Chiede la sala convegni della Fondazione PescarAbruzzo, presieduta da Nicola Mattoscio, per spiegare in conferenza stampa che è tempo di rivedere tempi e modi della gestione della fondazione stessa
All’indomani dell’audizione di Mattoscio in Commissione parlamentare d’inchiesta, il senatore D’Alfonso mette in campo la sua proverbiale creatività comunicativa, e una certa sottile finezza, in una missiva inviata alla Fondazione per chiedere l’utilizzo della sala. D’Alfonso scrive di essersi fatto carico dell’iniziativa allo scopo di “favorire la conoscenza e la comprensione degli ultimi 25 anni di presidenza”, ma anche per alleviare la tensione che opprime lo stesso Mattoscio e che sarebbe parsa evidente nel corso dell’audizione, soprattutto quando i parlamentari hanno iniziato a rivolgere domande dirette, non sempre seguite da risposte sufficientemente chiare. I punti principali riguardano le erogazioni della Fondazione, che in qualche caso potrebbero non essere state “disinteressate”, ma anche la longevità della governance che rischia di generare “riserva di potere” e “la vicinanza, per interessi accademici, tra Mattoscio e la presidenza dei sindaci revisori, possibile commistione tra controllore e controllato”.
D’Alfonso, nella lettera con cui chiede l’utilizzo della sala della Fondazione PescarAbruzzo, scrive: “Siamo tutti servitori del bene pubblico e, soprattutto in questo momento, è prezioso che nessuno si rovini la salute pur negli oneri dei ruoli che svolge”.
Ironia? Sarcasmo? Presa in giro? Di certo c’è che Mattoscio, poco prima, aveva attribuito le sue rielezioni al vertice di PescarAbruzzo, per circa un quarto di secolo, ad uno “stato di necessità” della Fondazione, lasciando intendere di essere, o sentirsi, insostituibile.
“Credo che la necessità sia un solido fondamento per la legge e che non si debba chiedere a nessuno di compiere acrobazie per realizzare quanto strettamente necessario” – chiosa il senatore D’Alfonso che oggi ha accompagnato la richiesta della sala con la sua stessa presenza, recandosi di persona nella sede della Fondazione PescarAbruzzo, in corso Umberto.