Il Movimento politico ‘Pettinari per l’Abruzzo’ punta il dito contro la gestione delle aree pubbliche nel comune di Pescara parlando di “mancanza di valorizzazione”
Questa mattina Domenico Pettinari, Caterina Artese e Massimiliano Di Pillo , rispettivamente Presidente del Movimento Politico “Pettinari per l’Abruzzo” e consiglieri comunali della lista “Pettinari Sindaco” hanno tenuto una conferenza stampa in Piazza Italia per parlare delle politiche ambientali.
“Il programma ambientale di Pettinari era molto ambizioso – dichiara Artese. Avevamo la visione di Pescara città resiliente attraverso 10 obiettivi che andavano dalla creazione di una rete ecologica urbana basata sulla mobilità lenta e sostenibile, verde, quindi con la salvaguardia degli alberi – viali alberati – aree verdi – parchi e giardini della città. Una rete verde – continua Artese – che dal lungomare passava per la strada parco, intesa come parco lineare urbano, e per l’area di risulta, vista come centro di smistamento della mobilità sostenibile cittadina, fino alla Riserva “Pineta dannunziana”, che volevamo attivare attraverso il giusto organo di gestione scientifico. Il collegamento tra il centro e le periferie attraverso la riqualificazione del Fiume Pescara, considerato un insostituibile corridoio ecologico, che miravamo a rendere balneabile. Siamo convinti che le strutture vegetali sono vie socio-economiche e storico-culturali la cui presenza assicura un alto grado di qualità ambientale alla città ed è giusto, per questo, che le scelte in ambito urbano rispettino la convenzione di Aarhus (L.108/2001) e i decreti comunitari dove, in sintesi, si afferma che per le materie ambientali sono obbligatorie la partecipazione e la comunicazione pubblica”.
“Avevamo una visione avveniristica della città che mirava al consumo di suolo pari a zero ma non certo come l’intendono oggi, ossia alzare i grattacieli distruggendo per sempre quella qualità architettonica diffusa che ancora rende la nostra città vivibile. Ebbene queste prospettive le riportiamo giorno dopo giorno nelle commissioni e nei consigli comunali che, purtroppo, inseguono una politica basata sul mero profitto, dimenticandosi spesso che il benessere e la salute dei cittadini non possono essere barattati con nulla e che danno origine anche a spese pubbliche notevoli: pensiamo alla spesa sanitaria o a quelle del dissesto idrogeologico. Ancora oggi s’interviene con progetti distruttivi che cancellano l’evoluzione naturale e/o la coevoluzione uomo-natura. Ci riferiamo ad esempio alla cosìdetta riqualificazione di Piazza Alessandrini, dove non si è dato alcun valore al verde – continua Artese – che c’era che pure era importante, svolgeva funzioni ecosistemiche rispetto ad esempio all’assorbimento sonoro e di polveri sottili, ma anche la semplice funzione paesaggistica. Ora è una spianata di cemento dove addirittura la stessa Sovrintendenza consiglia di mettere specie esotiche (Ginko biloba e Canfora), avulse e sconosciute al nostro ambiente, con le conseguenze fitopatologiche che spesso ne derivano”.
“Un altro esempio dove, come consiglieri, abbiamo cercato di salvare il salvabile è stato quello del progetto di riqualificazione del comparto della marineria di Pescara, progetto PP1 tra via Sant’Andra e Via Puccini, dove, nonostante i mattoni antichi della fortezza borbonica, il progetto prevede l’eliminazione dell’esistente. Tuttavia, attraverso incontri in commissione con i progettisti e la ditta esecutrice forse riusciremo a mantenere elementi vegetali identitari come un raro Mirto arboreo e un Gelso quasi monumentale. Sosteniamo il “Piano del Verde” che è in corso di svolgimento da parte dell’Università di Viterbo affinché non rimanga uno studio avulso e lontano dalla realtà del verde cittadino. Seguiamo le commissioni che stanno revisionando il Regolamento del Verde, con la presenza frequente dell’assessore”.