Facilitare i canali comunicativi, riannodare il filo dei rapporti sociali, acquisire fiducia negli altri: sono solo alcuni degli obiettivi che si prefigge il progetto di inclusione sociale “Volont’Art”, finanziato dalla Regione Abruzzo e dal ministero delle Politiche sociali.
Curato e organizzato dall’APS Didattica teatrale del Mediamuseum di Pescara, in partenariato con l’Aps Ennio Flaiano e l’ODV Willclown Abruzzo, il progetto prevede circa 600 ore di laboratori di teatro, cinema e clownerie con le scolaresche del territorio e 60 ore di laboratorio teatrale con i detenuti della Casa circondariale di Chieti, effettuate tutte in presenza e senza alcuna proroga, nonostante i lockdown e la chiusura delle scuole. Il doppio canale scuola/penitenziario sul quale si è dispiegato il progetto ha fatto emergere una realtà composita ma in grado comunque di reagire e ricostruire un tessuto sociale e comunicativo anche dopo la pandemia. In questo senso, Volont’Art vuole essere una forma di risposta e di resilienza a tutto quanto ha comportato il Covid con l’interruzione di processi sociali, di integrazione e altro. La risposta dell’Abruzzo, secondo gli organizzatori, è stata positiva Una parte importante del progetto è rappresentata dall’azione all’interno del carcere di Madonna del Freddo a Chieti, che ha visto il coinvolgimento di 20 detenuti ai quali gli operatori di Volont’Art hanno fornito mezzi e strumenti per facilitare il processo di ri-orientamento verso valori e atteggiamenti maggiormente funzionali ad un’adeguata condotta sociale. In questo senso, nel pomeriggio un momento conclusivo all’interno del carcere di Chieti proprio su quanto raccolto nel progetto.